Personale

Ok al contratto vigili del fuoco, sprint finale per la scuola

Dopo esercito e forze dell’ordine arriva l’accordo sui vigili del fuoco, mentre oggi potrebbe giungere al traguardo l’intesa sul contratto della scuola. A quel punto saranno due milioni i dipendenti pubblici con il contratto rinnovato, mentre per mercoledì prossimo è in calendario un nuovo confronto su regioni ed enti locali (501mila dipendenti). Ancora da sciogliere i nodi sul finanziamento per la sanità (520mila non dirigenti), ed è alle battute iniziali il lavoro sui 156mila dirigenti.

Vigili del Fuoco
L’accordo sui Vigili del Fuoco (schema di Dpr con incrementi retributivi per il personale direttivo, schema di Dpr con incrementi retributivi per il personale non direttivo e non dirigente, accordo sindacale per il personale direttivo e dirigente e accordo sindacale per il personale non direttivo e non dirigente) prevede un aumento medio di base da 84 euro lordi al mese, ma il conto si completa con gli 87 milioni destinati al riordino delle carriere e la quota del «fondo per la specificità» destinata al Corpo. In tutto, secondo i calcoli del Viminale, l’aumento medio sarà da 257 euro lordi per i non dirigenti, in una forchetta che va da 167 a 407 euro a seconda dell’inquadramento. Per dirigenti e personale direttivo (circa 700 persone in tutto) il beneficio medio sarà rispettivamente da 417 e 355 euro lordi.
Il mosaico che fa crescere la busta paga poggia su tre provvedimenti. Un decreto della presidenza della Repubblica deve recepire l’intesa (come forze armate e di sicurezza, anche i vigili del fuoco fanno parte del «personale non contrattualizzato»; due provvedimenti di Palazzo Chigi dovranno invece assegnare gli 87 milioni per il riordino delle carriere e i 10 milioni per i servizi operativi. Il procedimento è complesso ma «gli aumenti dovrebbero diventare operativi già nelle buste paga di marzo», spiega il sottosegretario alla Funzione pubblica Angelo Rughetti che ha la delega sul personale in regime di diritto pubblico.

Scuola
In dirittura d’arrivo, si diceva, è poi il rinnovo della scuola, oltre 1,1 milioni di lavoratori coinvolti, tra docenti e non, a cui si aggiungono università, ricerca e Afam. Nel pomeriggio di ieri è iniziata la «no stop» all’Aran, davanti al presidente Sergio Gasparrini. Secondo le bozze di tabelle distribuite ai sindacati, per i professori si prospettano aumenti che variano da un minimo dii 80 euro lordi (per i maestri di infanzia e primaria e i docenti diplomati delle medie con bassa anzianità di servizio, 0-8 anni) a un massimo di 103 euro (per i prof delle superiori con 35 anni e più di servizio). A queste somme - per gli insegnanti delle medie con 15-20 anni di servizio, per esempio, l’incremento complessivo è di 84 euro - ci si arriva sommando agli incrementi “base” altre due voci: la «retribuzione professionale docenti», che oscilla dai 5 euro per chi ha un’anzianità fino a 14 anni, a 8 euro, da 28 anni in sù, e l’elemento perequativo (al momento, fino a dicembre 2018), massimo 19 euro, minimo 3 euro, che va a determinate fasce di insegnanti. Gli incrementi dovrebbero scattare con il cedolino di marzo: si prenderanno anche gli arretrati, una tantum che varia da circa 400 euro per i maestri, a poco più di 600 euro per i docenti delle superiori.

Schema di Dpr con incrementi retributivi per il personale direttivo

Schema di Dpr con incrementi retributivi per il personale non direttivo e non dirigente

Accordo sindacale per il personale direttivo e dirigente

Accordo sindacale per il personale non direttivo e non dirigente

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