Personale

Revoca segretario comunale, mobilità, periodo di prova, assunzioni nelle controllate

di Gianluca Bertagna

La rubrica settimanale con le indicazioni sintetiche delle novità normative e applicative intervenute in tema di gestione del personale nelle pubbliche amministrazioni.

Procedura revoca segretario comunale
La Corte di cassazione civile, sezione VI, con la sentenza n. 21506/2018 ha affermato che nei casi di revoca dell'incarico al segretario comunale, l'iniziativa adottata dal Comune deve essere considerata come diretta non all'applicazione di una sanzione espulsiva, del resto inconfigurabile nei confronti di un soggetto che, in relazione al ruolo rivestito, non rientra nell'ambito del personale dipendente, bensì, in una prospettiva più comprensiva, alla revoca dell'incarico assegnatogli per il venir meno di quell'intuitu personae posto a base dell'originaria scelta fiduciaria, secondo quanto prescritto per l'affidamento del ruolo. L'articolo 100 del Tuel, infatti, dispone che il segretario può essere revocato con provvedimento motivato dal sindaco, previa deliberazione della giunta, per violazione dei doveri d'ufficio; disposizione, peraltro, ripresa dall'articolo 18 del Ccnl 1998-2001.

Mancato superamento periodo di prova
La Corte di cassazione ha esaminato il caso del licenziamento di una lavoratrice di un'Asl, per il mancato superamento del periodo di prova. Il ricorso si è basato sul fatto che la ricorrente era già stata impiegata come lavoratrice subordinata a tempo determinato presso la Pa e quindi non avrebbe dovuto essere sottoposta a un ulteriore periodo di prova, anche perché durante le precedenti assunzioni aveva ricevuto valutazioni positive del suo operato. Con la sentenza n. 21376/2018, però, il Collegio ha rilevato che la valutazione espressa in occasione di un'eventuale pregressa esperienza lavorativa è irrilevante, in quanto il datore di lavoro è tenuto a verificare in concreto, all'esito del periodo di prova, l'idoneità del lavoratore allo svolgimento delle mansioni per le quali è stato assunto con contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Dunque, anche eventuali precedenti valutazioni formulate dal medesimo datore al termine di rapporti di lavoro subordinato a tempo determinato sono, oltreché irrilevanti, non decisive avuto riguardo all'inadeguatezza professionale del lavoratore manifestata durante il periodo di prova.

Mobilità intercompartimentale
«Per individuare la corrispondenza dei livelli economici previsti dai vigenti contratti collettivi nazionali di lavoro relativi ai diversi comparti di contrattazione del personale non dirigenziale, è necessario stabilire in termini generali e preventivi, l'equiparazione tra le aree funzionali e le categorie di inquadramento del personale appartenente ai diversi comparti di contrattazione, confrontando gli ordinamenti professionali disciplinati dai rispettivi contratti nazionali e tenendo conto delle mansioni, dei compiti, delle responsabilità e dei titoli di accesso relativi alle qualifiche ed ai profili professionali indicati nelle declaratorie delle medesime aree funzionali e categorie.
In base allo stesso decreto (Dm 26 giugno 2015, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 216/2015), le determinazioni per l'effettiva posizione di inquadramento giuridico del dipendente trasferito in mobilità intercompartimentale devono tenere conto anche delle specifiche ed eventuali abilitazioni del profilo professionale di provenienza e di destinazione, fermo restando il rispetto dei criteri per l'individuazione del livello economico di inquadramento. Ciò posto, la fascia economica derivante da progressione economica nel profilo di appartenenza non può non dare luogo all'accesso a profili con superiore contenuto professionale». Questo quanto argomentato dal Tar Campania, con la sentenza n. 5362/2018.

Assunzioni nelle società in house
La Corte di cassazione penale, sezione VI, con la sentenza n. 30441/2018 ha ribadito che l'articolo 19 del Dlgs 175/2016, prevede che «le società che gestiscono servizi pubblici locali a totale partecipazione pubblica adottano, con propri provvedimenti, criteri e modalità per il reclutamento del personale e per il conferimento degli incarichi nel rispetto dei principi di cui al comma 3 dell'articolo 35 del Dl 165/2001, ovvero è necessario applicare proprio la disposizione che prevede il reclutamento del personale della pubblica amministrazione con i criteri del concorso nel rispetto dei principi di trasparenza, pubblicità e imparzialità».
La Cassazione ha confermato la condanna per i reati di abuso d'ufficio e di falso in atto pubblico, per l'amministratore delegato, il responsabile della direzione del personale e il presidente della commissione esaminatrice di una società in house, coinvolti a diverso titolo nell'assunzione di numerosi dipendenti in violazione delle regole sul pubblico concorso.

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