Personale

Pa digitale, in due enti su tre manca il responsabile - L'ultimatum di Funzione pubblica

di Arturo Bianco

Obbligo di nominare in tutti gli enti, «con ogni opportuna urgenza», il responsabile per la transizione al digitale (Rtd), senza che ciò implichi l'aumento del numero delle posizioni dirigenziali. Necessità che gli uffici preposti all’organizzazione, all’innovazione e alle tecnologie siano impegnati nell’attuazione delle misure per la digitalizzazione, processo da cui si devono determinare razionalizzazioni e miglioramenti dell'attività amministrativa. Sono queste le principali indicazioni contenute nella circolare della Funzione pubblica n. 3/2018, la prima circolare firmata dal ministro Bongiorno, emblematicamente, dedicata all’innovazione tecnologica nelle Pa.

Il ruolo
Il responsabile per la transizione al digitale risponde direttamente al vertice politico o burocratico dell'ente. È questa una scelta espressamente compiuta dal legislatore che vuole sottolineare la necessità del massimo coinvolgimento dell'ente nella sua espressione più elevata. Un coinvolgimento che deve tendere non tanto o non solo all’introduzione delle nuove tecnologie della società dell'informazione, ma soprattutto alla «realizzazione di servizi pubblici rivisitati in un'ottica che ne prevede la piena integrazione con le nuove tecnologie». La circolare ricorda che l'obbligo della introduzione di questa figura è già operativo da oltre 2 anni (esattamente dal 14 settembre 2016), ma sono ancora assai poche le amministrazioni che vi hanno provveduto.

Le competenze
I compiti del responsabile per la transizione digitale, come definiti dal legislatore, sono così riassunti: coordinamento strategico dei sistemi informativi di telecomunicazione e fonia e indirizzo e coordinamento dello sviluppo dei servizi; programmazione, coordinamento e applicazione della sicurezza informatica; accesso dei disabili; analisi periodica della coerenza tra la organizzazione e l'utilizzo delle tecnologie dell'informazione; partecipazione alla revisione del modello organizzativo dell'ente; progettazione e coordinamento delle iniziative per il miglioramento della erogazione dei servizi; attuazione delle direttive della Funzione pubblica; pianificazione e coordinamento nell'ente dell’introduzione degli strumenti della società dell'informazione; pianificazione e coordinamento della acquisizione di soluzioni e sistemi informatici, telematici e di telecomunicazione.
La circolare raccomanda che a questa figura siano assegnati anche i seguenti compiti: costituzione di tavoli di coordinamento all'interno dell'ente; attivazione di gruppi tematici; proposta di circolari ed atti di indirizzo; definizione delle forme di raccordo con le altre figure interessate ai processi di digitalizzazione; predisposizione del piano triennale per l'informatica; predisposizione della relazione annuale sulle attività svolte da inviare al vertice dell'ente.

La qualifica
Sul terreno operativo tutte le singole amministrazioni pubbliche devono individuare l'ufficio dirigenziale cui assegnare questi compiti con l'assegnazione al vertice dello stesso, a condizione che sia «dotato di adeguate competenze tecnologiche, di informatica giuridica e manageriali», dei compiti di responsabile per la transizione al digitale. Nella graduazione delle posizioni dirigenziali, cioè nella cosiddetta pesatura ai fini della determinazione della misura della indennità di posizione, si deve tenere conto dell’assegnazione di questa responsabilità. Negli enti senza dirigenti, l'incarico deve essere assegnato a un responsabile titolare di posizione organizzativa. I piccoli Comuni possono dare corso all’individuazione di questa figura anche in modo associato, sia ricorrendo alla convenzione sia all’unione.

La circolare della Funzione pubblica n. 3/2018

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