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Ddl Bongiorno in consiglio dei ministri: nella Pa centrale possibili più assunzioni che uscite

Dopo l’esame preliminare di metà settembre torna domani in consiglio dei ministri il disegno di legge di riforma della Pa. Ma alcune sue parti entrano anche nelle bozze della manovra, a partire dalla spinta alle assunzioni «strategiche» per la digitalizzazione, la semplificazione e la gestione di appalti e fondi strutturali. Per questi obiettivi i testi della legge di bilancio circolati ieri rifinanziano con 131 milioni di euro l’anno prossimo, 292 il successivo e 384 dal 2021 il fondo assunzioni istituito dalla manovra 2017. Nelle bozze trovano spazio anche i fondi per il rinnovo del contratto degli statali (1.050 milioni nel 2019 e poco di più nei due anni successivi), che però non erano previsti nel programma di bilancio mandato a Bruxelles. La battaglia sulla manovra, insomma, è aperta, e il suo esito è per ora tutt’altro che scontato.

Assunzioni
Il rilancio delle assunzioni «strategiche» è comunque anche uno dei pilastri del disegno di legge che la ministra Giulia Bongiorno ha voluto intitolare alla «concretezza». Il provvedimento istituisce per le Pa centrali il turn over al 100% con i calcoli basati sulla spesa: i nuovi assunti hanno stipendi medi più leggeri rispetto ai dipendenti in uscita, e potranno quindi essere più numerosi dei pensionandi. Su tutto l’impianto è poi da misurare l’impatto di «quota 100», che secondo le stime dovrebbe interessare circa 160mila dipendenti pubblici (in un conteggio che comprende però anche le amministrazioni territoriali).

Lotta all’assenteismo
L’altro tema-chiave del disegno di legge è nel nuovo capitolo della lotta all’assenteismo. L’esame del testo da parte del garante Privacy ha corretto in «verifica biometrica dell’identità» i sistemi di «identificazione biometrica» previsti dalle prime bozze. In ogni caso, resta confermato l’obiettivo di rilevare le presenze con i “tornelli 4.0” nel tentativo di combattere l’assenteismo all’origine, e non a valle come accaduto con i vari inasprimenti delle sanzioni portati avanti fin qui.

Buoni pasto
Nel disegno di legge arriva poi la soluzione per gli arretrati ai dipendenti pubblici di cinque regioni (il Lazio e il NordOvest) inciampati nel problema dei buoni pasto del Gruppo Qui!, revocato da Consip dopo che molti esercenti avevano iniziato a rifiutare i ticket a causa dei ritardi nei pagamenti da parte della società ligure poi fallita.
Un problema, questo, che richiede una soluzione rapida e imporrebbe quindi al disegno di legge un iter accelerato in Parlamento. L’altra questione urgente affrontata dal testo, cioè l’esclusione dai tetti di spesa per il fondo accessorio degli aumenti decisi dal contratto nazionale, è invece stata già affrontata dalla Corte dei conti. Che con la delibera 19/2018 della sezione delle Autonomie (su cui si veda Il Quotidiano degli enti locali e della Pa di ieri) ha dato il via libera alla deroga prevista per legge anche dal Ddl Bongiorno.

Il disegno di legge

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