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Speciale manovra/4 - Controriforma per Inps e Inail, tornano i Cda

Con il decreto di gennaio il governo riporterà in Inps e Inail i consigli di amministrazione. La misura dovrebbe essere l’esatta fotografia, però rovesciata, di quella che nove anni fa (dl 98/2010) aveva trasferito al presidente tutti i poteri del Cda a valle del processo di trasferimento in Inps e Inail dei vecchi enti previdenziali oggetto dell’ampia razionalizzazione voluta dall'ultimo governo Prodi. I nuovi Cda, se non verranno fatte scelte diverse, saranno composti dal presidente dell’istituto e da sei esperti. La governance manterebbe poi in vita il Consiglio di Vigilanza e il Collegio dei sindaci revisori, mentre al direttore generale resteranno affidate le responsabilità di gestione.

Non è chiaro se questo atto sarà seguito da un commissariamento immediato dei due istituti o se, invece, i nuovi organi saranno costituiti con successivi decreti ministeriali alla scadenza degli attuali mandati. Quello del presidente dell’Inps, Tito Boeri, è dietro l'angolo, a febbraio. Più lungo invece l'intervallo per il presidente dell’Inail, Massimo De Felice, al secondo incarico che termina nel 2020. Certo la prospettiva di avviare con un intervallo superiore a un anno le due nuove governance non avrebbe precedenti, e bisogna anche considerare il fatto che, soprattutto per Inps, il cambio di vertice arriva in un momento non semplice, visto che coincide con l’attuazione di “quota 100” e del Reddito di cittadinanza. Altro aspetto da considerare è il costo dell’operazione: se il governo decidesse di optare per l’invarianza di spesa, gli emolumenti attualmente riconosciuti ai presidenti (poco sopra i 100mila euro annui lordi) andrebbero divisi per i sei componenti dei Cda.

Di una nuova governance per gli istituti che superasse l’attuale assetto con “un uomo solo al comando”, come hanno ripetuto per anni i sindacati, si parla anche in un disegno di legge presentato alla Camera e sul quale si sono svolte recenti audizioni. Boeri e De Felice avevano già proposto tempo addietro diversi schemi di riforma della governance. Ma su assetti molto più compatti rispetto a un Cda con sei componenti e su un Consiglio di indirizzo e vigilanza che, nel caso Inps, conta attualmente 22 rappresentanti. Ieri intanto la Corte dei conti ha registrato un miglioramento nella gestione finanziaria Inps 2017. In termini di competenza - si legge in una nota - l’esercizio annuale ha registrato un avanzo di 4,01 miliardi (da 351 milioni nel 2016), determinato dalla somma algebrica del risultato di parte corrente, positivo per 3,48 miliardi (-457 milioni nel 2016), e di quello di parte capitale, positivo per 530 milioni (800 milioni nel 2016). L’avanzo di amministrazione torna a crescere sino a 39,7 miliardi, dopo la leggera flessione del 2016 (36,4 miliardi) per effetto del saldo positivo dei residui finali (+3,53 miliardi) che compensa ampiamente il leggero decremento della cassa (- 215 milioni).

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