Personale

Obbligatorio il ricorso alla mobilità prima di scorrere le graduatorie per nuove assunzioni

di Michele Nico

Prima di bandire un concorso pubblico e sostenerne i costi di svolgimento, il Comune che intenda procedere alla copertura di posti vacanti deve verificare se la dotazione di risorse umane possa essere trovata con le procedure di mobilità interna o esterna, da preferire in ogni caso allo scorrimento di graduatorie. L’esigenza si giustifica per evidenti ragioni di contenimento della spesa, in quanto l'istituto della mobilità è appunto finalizzato all'obiettivo di un'ottimale redistribuzione dei dipendenti pubblici già in servizio senza aggravio di spesa, mentre con lo scorrimento delle graduatorie si determina, al contrario, una provvista aggiuntiva di risorse umane.
Con la deliberazione n. 548/2018, la Corte dei conti, Sezione di controllo per il Veneto, prende le mosse dal quesito posto da un Comune per eseguire una ricognizione dei vincoli generali e specifici di finanza pubblica previsti dal legislatore in materia di personale, e osserva che l'ente, nel programmare le assunzioni per le professionalità da acquisire sulla base dei vigenti limiti di spesa e nel rispetto degli equilibri di bilancio, deve necessariamente verificare la possibilità di rimodulare la propria pianificazione privilegiando il ricorso all'istituto della mobilità. Ad avviso dei giudici contabili si tratta di un modus procedendi che lascia pochi spazi di manovra all'azione dell'ente locale, perché radicato nel principio di contenimento della spesa pubblica che, nel corso degli anni, ha assunto una valenza sempre più imperativa per la Pa.

Il caso
Un Comune aveva approvato nel 2008 la graduatoria per un concorso pubblico relativo a un posto di collaboratore professionale amministrativo per l'area affari generali. Il vincitore della graduatoria è stato assunto nel 2009, mentre a distanza di lungo tempo, ossia nel 2016, si è reso vacante un posto di istruttore amministrativo di pari categoria presso il medesimo settore dell'ente. Il Comune ha chiesto se sia possibile coprire il posto scorrendo la graduatoria, previo esito negativo delle procedure per il ricorso alla mobilità.

La decisione
I giudici osservano, in via preliminare, che le amministrazioni pubbliche possono procedere allo scorrimento delle graduatorie per nuove assunzioni nel caso in cui queste ultime siano ancora valide e riguardino concorsi per assunzioni di personale a tempo indeterminato purché relative alla stessa categoria e profilo professionale del personale da assumere.
Nel quadro dei vincoli all'operato dell'ente, la pronuncia avverte che «il principio cardine del Ptfp è quello dell'ottimale impiego delle risorse pubbliche e dell'ottimale distribuzione delle risorse umane (…) il quale, tuttavia, deve essere attuato mediante il ricorso a una coordinata l'attuazione dei processi di mobilità e di reclutamento del personale».
L'attenzione privilegiata da riservarsi all'istituto della mobilità trova fondamento anche nel fatto che «l'esistenza di un limite di spesa potenziale massima non ancora integrato, e di facoltà assunzionali da utilizzare, non è di per sé sufficiente a poter effettuare le assunzioni previste nel Ptfp», dato che nella costruzione di quest'ultimo piano l'ente dovrà tenere in debita evidenza l'incidenza delle programmate assunzioni sui livelli della spesa corrente, verificando che la stessa sia effettivamente sostenibile nel quadro derivante dall'osservanza degli equilibri di bilancio.
I giudici ricordano, infatti, che «l'assunzione di personale, e in particolare di quello a tempo indeterminato, si traduce in un'imputazione di spesa corrente che incide sul bilancio dell'ente fino alla cessazione del relativo rapporto di lavoro». Di qui l'assunto, a margine dei rilievi esposti, che l'istituto della mobilità non va mai trascurato, ma è piuttosto da preferirsi rispetto allo scorrimento di graduatorie, per ragioni connesse al risparmio della spesa e al principio di buon andamento.

La delibera della Corte dei conti Veneto n. 548/2018

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