Personale

Speciale personale/4 - Graduatorie approvate nel 2011 ancora valide fino al prossimo 30 marzo

di Arturo Bianco

Le graduatorie approvate dal 1° gennaio 2011 possono essere utilizzate anche se i concorsi sono stati banditi nel 2019 o verranno banditi nel 2020. Sono aumentate le informazioni sui concorsi che devono essere pubblicati sui siti di ogni pubblica amministrazione. Possono essere così sintetizzate le principali novità dettate dalla legge di bilancio 2020 per le modalità assunzionali degli enti pubblici.
Non si può mancare di rilevare che siamo al quarto cambiamento in un anno della validità delle graduatorie ai fini dello scorrimento. Basti ricordare che la legge di bilancio 2019 le ha limitate a quelle approvate dal 2010 e le ha escluse per i concorsi banditi dal 2010; che con il DL 4/2019 le graduatorie dei concorsi banditi a partire dal 2019 sono diventate utilizzabili per le sostituzioni dei vincitori cessati e per le assunzioni del personale educativo e docente degli enti locali; che con il Dl 101/2019 la validità delle graduatorie è stata modificata. E, infine, che con la legge 160/2019, la legge di bilancio 2020, i termini di validità delle graduatorie concorsuali sono stati nuovamente modificati ed è stato superato il divieto di scorrimento delle graduatorie approvate a partire dal 2019.

Validità delle graduatorie
La disposizione non opera distinzioni tra le graduatorie dei concorsi indetti dallo stesso ente e quelle dei concorsi indetti da altre amministrazioni. Ricordiamo che già la legge di bilancio del 2019 aveva soppresso l'obbligo per gli enti di utilizzare le proprie graduatorie ancora valide e che è sempre in vigore l'articolo 91, comma 4, del Dlgs 267/2000, che espressamente vieta lo scorrimento di graduatorie per i posti di nuova istituzione e/o quelli che derivano dalla trasformazione dei posti esistenti.
Con le nuove regole, le graduatorie approvate fino a tutto il 2010 non sono più utilizzabili; quelle approvate nel 2011 possono esserlo fino al prossimo 30 marzo; quelle approvate negli anni compresi tra il 2012 ed il 2017 possono essere utilizzate fino al prossimo 30 settembre; quelle approvate nel biennio 2018 e 2019 possono essere utilizzate per i 3 anni successivi alla approvazione e quelle approvate a partire dal 1° gennaio 2020 saranno utilizzabili per i due anni successivi all'approvazione e non più per tre.
Sulla limitazione della validità di queste graduatorie a due anni vi è un dubbio per gli enti locali: la modifica riguarda le previsioni contenute nell'articolo 35 del Dlgs 165/2001, norma che ricordiamo si applica a tutte le Pa e i cui principi si estendono agli enti locali; ma non è stato abrogato il comma 4 dell'articolo 91 del Dlgs 267/2000 che fissa la durata delle graduatorie concorsuali in tre anni. E, lo ricordiamo, le previsioni del testo unico degli enti locali possono essere abrogate solo espressamente.
L'utilizzazione delle graduatorie approvate nel 2011 è subordinata alle seguenti due condizioni: frequenza obbligatoria di corsi di formazione e aggiornamento organizzati da ciascuna amministrazione (si deve intendere da ciascun ente che vuole utilizzare la graduatoria), nel rispetto dei principi di economicità e trasparenza e superamento di un «esame-colloquio».

Obblighi di pubblicità dei concorsi
Con la legge di bilancio vengono ampliati gli obblighi di pubblicità dei concorsi sul sito internet di ogni ente. In esso, oltre al bando, ai criteri di valutazione e alle tracce delle prove scritte, dallo scorso 1° gennaio si devono pubblicare le tracce di tutte le prove (quindi anche degli orali e di quelle pratiche), nonché le graduatorie finali e le indicazioni sull'eventuale scorrimento delle stesse. Ricordiamo che gli obblighi di pubblicazione devono comunque garantire la tutela della privacy, con particolare riferimento ai dati sensibili. Tutte le Pa, tramite il Dipartimento della Funzione pubblica, dovranno infine assicurare «la pubblicazione del collegamento ipertestuale dei dati» pubblicati sui concorsi online sul sito. Le modalità operative saranno dettate in un decreto del Ministro per la Pa da adottare entro la fine del prossimo mese di febbraio, previo parere della Conferenza unificata. Termine che, possiamo scommettere, non sarà rispettato.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©