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Milleproroghe/4 - Anac all'attacco contro lo stop alla trasparenza sui dirigenti

di Manuela Sodini

Anac, con la segnalazione inviata a Governo e Parlamento, ha chiesto a Governo e Parlamento di apportare alcune modifiche al Dl Milleproroghe 2020 che, all'articolo 1 comma 7, concede di fatto un ulteriore proroga in merito agli obblighi di pubblicazione, congelando con effetto immediato - sospendendole fino al 31 dicembre 2020 - le sanzioni previste agli articoli 46 e 47 del decreto Trasparenza. La ratio è da ricondurre all'esigenza di adeguare l'assetto normativo sulla trasparenza alla pronuncia della Corte costituzionale n. 20 del 2019 che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'obbligo di pubblicare i dati reddituali e patrimoniali di tutti i titolari di incarichi dirigenziali, anziché limitarlo ai soli titolari di incarichi dirigenziali statali (articolo 19, commi 3 e 4 del Dlgs 165/2001) sottoposti al regime di trasparenza rafforzata sui dati reddituali e patrimoniali.
Per Anac, se l'attuale formulazione del Milleproroghe venisse confermata in sede di conversione, si potrebbero creare dubbi interpretativi sia con riferimento all'ambito dei destinatari degli obblighi di pubblicazione sia in relazione ai dati oggetto di pubblicazione.

La riformulazione proposta da Anac
Nell'atto di segnalazione, Anac propone una vera e propria riformulazione del comma 7 dell'articolo 1 del Milleproroghe, facendola precedere da un'illustrazione sulle motivazioni.
In ordine all'aspetto soggettivo, il Milleproroghe, nella versione attuale, concede una sospensione delle sanzioni fino al 31 dicembre 2020 rivolta indistintamente ai titolari di incarichi o cariche di amministrazione, di direzione o di governo e ai titolari di incarichi dirigenziali (vale a dire i soggetti indicati all'articolo 14, comma 1-bis), questi soggetti verrebbero esclusi dall'applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 10.000 euro in caso di mancata comunicazione delle informazioni e dei dati di cui all'articolo 14, concernenti: la situazione patrimoniale complessiva del titolare dell'incarico al momento dell'assunzione in carica, la titolarità di imprese, le partecipazioni azionarie proprie, del coniuge e dei parenti entro il secondo grado, nonchè tutti i compensi cui dà diritto l'assunzione della carica. Anac, nella determina n. 241/2017, ha precisato che per informazioni concernenti la «situazione patrimoniale complessiva» si intendono, oltre alla dichiarazione dei redditi, le dichiarazioni concernenti i diritti reali su beni immobili e su beni mobili iscritti in pubblici registri, la titolarità di imprese, azioni di società, quote di partecipazione a società.
Peraltro, l'Autorità invita a precisare la fattispecie sanzionabile disciplinata dall'articolo 47, comma 1 che è priva di un chiaro riferimento ai dati dell'articolo 14, comma 1.

Il regolamento da adottare
Considerato che il differimento al 31 dicembre 2020 è legato all'adozione nel frattempo di un regolamento interministeriale di adeguamento alla sentenza della Corte costituzionale n. 20/2020, Anac sottolinea come la pronuncia riguardi la pubblicazione di alcuni dati con specifico ed esclusivo riferimento ai dirigenti; pertanto, il testo dell'articolo 1, comma 7 dovrebbe indicare quali unici destinatari della sospensione delle sanzioni soltanto i titolari di incarichi dirigenziali, senza coinvolgere titolari di incarichi politici, titolari di incarichi o cariche di amministrazione, di direzione o di governo.
Da un punto di vista oggettivo, Anac ritiene che il regolamento da adottare entro il 31 dicembre 2020 dovrebbe riguardare unicamente l'obbligo di pubblicazione dei dati patrimoniali e reddituali, quindi graduare esclusivamente gli obblighi pubblicitari indicati nella lettera f) dell'articolo 14 del decreto Trasparenza, mantenendo inalterata la restante parte della disposizione, distinguendo poi quali obblighi di pubblicazione permangono, rispetto, invece, ad obblighi di comunicazione alle amministrazioni di appartenenza.
In questo senso va letta la richiesta di Anac di non sospendere la pubblicazione dei compensi dei dirigenti, come invece potrebbe lasciar intendere il Milleproroghe, dal momento che sul punto la Corte costituzionale ha dichiarato la non fondatezza della questione di legittimità.
Inoltre, Anac chiede di essere coinvolta nell'emanazione del regolamento interministeriale, che dovrà essere adottato entro il 31 dicembre 2020, considerato che il decreto trasparenza attribuisce all'Autorità rilevanti poteri di regolazione e di vigilanza in materia; l'esclusione dalla elaborazione del testo interministeriale potrebbe vanificare l'efficacia della stessa attività posta in capo all'Anac, che si esprime adottando atti di soft law volti ad illustrare la portata applicativa delle nuove disposizioni.

L'atto di segnalazione

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