Personale

Indennità di ordine pubblico, enti locali ancora nel caos

di Gianluca Bertagna e Salvatore Cicala

C'è delusione nei tanti enti locali che avevano sperato in un intervento dell'Aran che potesse risolvere il rebus sulla cumulabilità dell'indennità di ordine pubblico con quella di servizio esterno, prevista dall'articolo 56 quinquies del contratto del 21 maggio 2018 (si veda Il Quotidiano degli enti locali e della Pa del 6 maggio 2020).
L'Agenzia, in risposta a un ente locale (nota protocollo 3027/2020), ha ritenuto di non esprimere un proprio orientamento interpretativo sulla questione, declinando la soluzione di questa ingarbugliata faccenda al ministero dell'Interno e al dipartimento della Funzione pubblica.

La posizione dell'Aran
L'Aran ricorda che le indicazioni applicative sul riconoscimento dell'indennità di ordine pubblico al personale di polizia locale coinvolto, su tutto il territorio nazionale, nell'attività di monitoraggio e di attuazione delle disposizioni per il contrasto della diffusione della epidemia Covid-19, sono contenute nelle circolari del Capo della polizia del 13 marzo e del 16 marzo scorso.
Pertanto, si legge nella nota, ogni aspetto collegato all'indennità di ordine pubblico riconosciuta al personale di polizia locale, compresa la questione dell'eventuale cumulabilità con l'indennità di servizio esterno, deve essere ricercata all'interno delle summenzionate circolari.
Così l'Agenzia passa la palla al Viminale e al palazzo Vidoni per la risoluzione del quesito.

La reazione sindacale
La posizione assunta dall'Aran con la nota protocollo 3027/2020 ha mandato su tutte le furie le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, che con una nota del 22 maggio indirizzata al presidente, Antonio Naddeo, hanno chiesto all'Aran di rettificare la propria posizione. Per i sindacati, la questione attiene a una materia di esclusiva competenza contrattuale cui l'Aran, per il ruolo che riveste, non può esimersi dal dare una risposta.
Il rischio di delegare le competenze interpretative di norme contrattuali a soggetti esterni alla contrattazione, sottolineano le tre sigle sindacali, finirebbe per generare una permanente condizione di incertezza applicativa degli istituti contrattuali, suscettibile di dar luogo a divergenze applicative dovute alle ripetute invasioni di campo con ripercussioni negative sul corretto svolgimento delle dinamiche negoziali in sede decentrata.

Niente indennità per i controlli in luoghi di lavoro e attività commerciali
Intanto, il ministero dell'Interno, con la circolare del 20 maggio, a firma del Capo della polizia, Franco Gabrielli, precisa che la corresponsione dell'indennità di ordine pubblico spetta al personale impiegato in specifiche tipologie di servizi esterni, espletati in condizioni di particolare disagio e rischio, per un periodo prestabilito e comunque limitato nel tempo, per fronteggiare situazioni di carattere eccezionale e contingente che facciano temere o sussistere perturbamenti dell'ordine pubblico.
L'indennità, si legge ancora nella circolare, compete esclusivamente «per i servizi operativi esterni su strada» e non anche per lo svolgimento dei servizi di controllo delle attività produttive, industriali e commerciali, per la verifica delle prescrizioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro».

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