Personale

Funzione pubblica spinge sullo Smart Working: a distanza almeno il 50% delle attività possibili

di Daniela Casciola

A regime il ricorso al lavoro agile sarà incrementato non solo aumentando la percentuale minima del personale ma soprattutto prevedendo che ciascuna amministrazione individui le attività cosiddette smartabili e attivi la modalità agile per almeno la metà di queste.

Sono gli step operativi indicati dal Ministro della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone, ieri al question time del Senato, con l'obiettivo primario, nell'immediato futuro, di migliorare l'organizzazione dell'amministrazione pubblica. Il che vuol dire raggiungere il punto di equilibrio tra la maggiore efficienza dei servizi e « il benessere organizzativo interno» che può contribuire a maggiori risparmi da parte delle amministrazioni e ad una migliore sostenibilità in termini di impatto ambientale.

Per fare questo è cruciale la formazione adeguata sia dei dirigenti che del personale non dirigenziale e la verifica periodica della prestazione dei lavoratori in smart working, nel rispetto dei parametri temporali e del diritto alla disconnessione, per «scongiurare i rischi di una disponibilità illimitata».

Il ministro ha anche annunciato che entro giugno saranno resi disposibili i primi risultati del monitoraggio avviato già prima dell'emergenza epidemiologica e tuttora in corso. É ha ricordato le due specifiche consultazioni rivolte rispettivamente ai dirigenti e al personale non dirigenziale, destinate a rilevare le opinioni, i giudizi e le valutazioni sulle esperienze applicative durante l'emergenza Covid-19, con riferimento anche alla fase sperimentale e, soprattutto, le loro aspettative e le eventuali indicazioni per accompagnare, sostenere e promuovere la diffusione della modalità agile.

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