Appalti

La spesa Pa gestita da Consip sale a 49 miliardi: 3 di risparmi

Oltre 12,5 miliardi nel 2018 di “erogato”, la spesa per acquisti Pa gestita in “proprio” da Consip, con una crescita del 31% sul 2017. Circa 48,6 miliardi di uscite presidiate con “strumenti” centralizzati, che rappresentano oltre la metà dei 90 miliardi considerati sulla carta aggredibili (in realtà non in toto) del flusso complessivo di oltre 130 miliardi destinato alle forniture della pubblica amministrazione. E risparmi sui prezzi d’acquisto superiori ai 3 miliardi: il 18% in più rispetto al 2017. I risultati conseguiti quest’anno dalla società controllata dal ministero dell’Economia, almeno sulla base dei dati di preconsuntivo, appaiono quasi fuori contesto in un momento in cui la spending review non sembra andare tanto di moda. «Il modello della centralizzazione non può essere superato – afferma l’ad di Consip, Cristiano Cannarsa –, anche perché tutto mira al raggiungimento di obiettivi su cui in questi anni si è puntato in maniera importante, come la trasparenza, la tracciabilità delle operazioni e anche i controlli antiriciclaggio».

L’attività svolta nel 2018 lo conferma. «Quello dell’erogato, il valore di spesa che la pubblica amministrazione indirizza su strumenti Consip, è un dato di grande rilevanza, perché per la prima volta vengono superati i 10 miliardi», sottolinea Cannarsa, che è al timone di Consip dal giugno 2017. La società del Mef, insomma, è rimasta fedele alla sua mission anche dopo gli scossoni giudiziari del 2016, mostrando pure un bilancio senza numeri in rosso: le prime stime di chiusura mostrano un utile netto di quasi 5 milioni e un valore della produzione di quasi 80 milioni. «In 18 mesi questa gestione – afferma Cannarsa – ha prodotto circa 10 milioni di utile netto per l’azionista». E quanto ai target riguardanti la razionalizzazione degli acquisti Pa, Cannarsa fa notare che «il cosiddetto indice di copertura, ovvero il rapporto tra l’erogato e la spesa di pertinenza supera il 30%. E questo dimostra che gli strumenti Consip sono entrati in pianta stabile nella Pa e ciò si traduce anche in uno intervento strutturale sul risparmio». Un’ulteriore conferma in questo senso arriva dalla ricognizione effettuata annualmente da Mef e Istat, dalla quale emergono risparmi in tutte le aree merceologiche interessate dalla centralizzazione degli acquisti: si va dal 60% realizzato nell’area dell’It (server, telefonia, stampanti) al 25% conseguito sull’acquisto di veicoli, al 30% sul versante dei carburanti e al 10% su quello dell’energia elettrica.

Nel 2018 è cresciuto anche il ricorso da parte delle imprese, in particolare le Pmi, al Mepa, il mercato elettronico per gli acquisti sotto “soglia” comunitaria. «Un mercato al dettaglio che sfiora i 4 miliardi, con una crescita del 26% sul 2017», osserva Cannarsa. Complessivamente il valore della gare pubblicate nel 2018 è stato di circa 8,7 miliardi contro i 6,7 miliardi dell’anno precedente. «Consip – dice l’ad – ha assunto un ruolo di cerniera tra le imprese e la spesa della Pa. Sostanzialmente Consip svolge un’attività che è anche quella di scegliere le imprese che presentano capacità di offerta e solidità necessaria per stipulare contratti con la Pa. Una scelta effettuata applicando pienamente il Codice degli appalti e le linee guida dell’Anac».

Anche per questo motivo, ma non solo, Cannarsa auspica che Governo e Parlamento possano prendere in considerazione la possibilità di migliorare il Codice appalti «con piccoli interventi immediati», finalizzati ad esempio a velocizzare l’aggiudicazione delle gare. Secondo l’ad di Consip, «se ci concentrassimo sull’offerta tecnica e sull’offerta economica, come si fa in Europa, e limitassimo l’analisi della documentazione amministrativa a chi risulta essere primo in graduatoria, avremmo tempi molto più ristretti, riducendo così il contenzioso e consentendo anche a Consip di bandire più gare». In attesa di possibili correzioni, Cannarsa definisce «un risultato molto importante» il patrocinio dell’Avvocatura generale dello Stato (scattato il 1° gennaio 2019) per le gare legate al programma di razionalizzazione della spesa sulle quali fino allo scorso anno Consip si avvaleva del libero foro. «In questo modo – aggiunge – Consip viene ulteriormente riconosciuta come soggetto al servizio dello Stato».

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