Appalti

Trasporto pubblico locale, Toninelli chiede a Tria lo sblocco dei 300 milioni congelati dalla legge di bilancio

di Daniela Casciola

Lo sblocco, di fatto, dei 300 milioni di euro per il trasporto pubblico locale, accantonati e resi indisponibili dalla legge di Bilancio 2019 e, poi al netto di questi, il riparto del Fondo nazionale. Sono queste le richieste urgenti del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, in una lettera all'omologo all'Economia, Giovanni Tria.
La somma fa parte dei 2 miliardi che la legge di bilancio 2019 ha reso indisponibili come clausola di garanzia del deficit nelle trattative di fine anno con la Commissione europea che si sono concluse, appunto con l’indisponibilità di competenza e cassa fino a luglio prossimo della somma e fondi sbloccabili solo se il monitoraggio sull'andamento della finanza pubblica confermerà le previsioni contenute nella legge.
Il ministero Toninelli ha ricordato come l'accantonamento della somma rischi di causare un «contraccolpo al sistema del trasporto pubblico locale e problematiche nella resa dei servizi».

Intanto, il Presidente dell'Upi Achille Variati, in una lettera inviata al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e ai Ministri dell'Economia Giovanni Tria e delle Infrastrutture Danilo Toninelli sollleva il problema della messa in sicurezza dei ponti.
Pur riconoscendo l’importanza del fondo inserito nella Legge di Bilancio 2019 per la messa in sicurezza dei ponti del bacino del Po, Variati segnala che dalla mappatura delle criticità che il ministero delle Infrastrutture ha chiesto all’Unione delle Province di realizzare è emersa l'urgenza di intervenire in tutta Italia. Serve un piano degli investimenti e messa in sicurezza delle infrastrutture di competenza delle Province, in particolare per i ponti, relativo a tutto il bacino idrografico italiano. Dal monitoraggio risulta che, dei circa 30.000 tra ponti, viadotti e gallerie gestiti dalle Province, molti dei quali costruiti più di 50 anni fa con tecniche superate, 1.918 opere necessitano di interventi urgenti, in quanto già soggetti a limitazione del transito o della portata, se non chiusi, e per oltre 14.000 sono necessarie indagini tecnico diagnostiche.

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