Appalti

Ascopiave, dal riassetto un assegno pronto all’uso

«Valuteremo attentamente i soggetti che riterremo più consoni per lo sviluppo del piano industriale ma anche per mantenere la nostra identità». È partendo da questo punto fermo che il presidente Nicola Cecconato intende portare avanti il riassetto di Ascopiave, che vedrà offerte non vincolanti e manifestazioni d’interesse entro metà aprile. «L’obiettivo, che ritengo raggiungibile, è chiudere l’operazione entro fine 2019: – aggiunge Cecconato a Radiocor – esamineremo dal punto di vista industriale tutte le proposte nell’interesse della società. L’operazione ha già riscosso un fortissimo interesse dal mercato».

La riorganizzazione della multiutility veneta, assistita da Rothschild e BonelliErede, prevede una conditio sine qua non: il fatto che Ascopiave possa reinvestire i proventi derivanti dalla cessione della divisione commercializzazione gas ed elettricità (circa 700mila clienti con un Ebitda 2017 di 41 milioni, che in base alle ultime transazioni è valorizzato 400 milioni) nel rafforzamento della distribuzione gas, l’altra principale “gamba” del business di gruppo che conta margini di 48 milioni e quasi 500mila punti di riconsegna (contatori) per una Rab di 430 milioni. «La distribuzione gas è un settore più sicuro e più consono a una compagine societaria quale è quella di Ascopiave (partecipata indirettamente da Comuni veneti con oltre il 60%, ndr)», spiega Cecconato. In particolare, è previsto che Ascopiave possa cedere in tutto o in parte la divisione della commercializzazione di elettricità e gas su cui saranno mantenute una serie di garanzie a medio termine tra cui il livello occupazionale, la sede, due consiglieri (tra cui il presidente) su cinque della newco che nascerà per accogliere il nuovo investitore e il diritto di veto sulle decisioni strategiche. Inoltre, la multiutility avrà diritto di prelazione sulla quota venduta (o di co-vendita) dopo il lock-up di cinque anni .

Per crescere nelle reti gas Ascopiave avrà invece tre strade. «Acquisire impianti o concessioni, scambiare asset oppure stringere una partnership strategica con un soggetto industriale – spiega Cecconato – o ancora implementare un mix di queste tre possibilità». Del resto, le manifestazioni d’interesse non mancano: da Edison, che metterebbe sul piatto alcune reti (più conguaglio) in cambio dei clienti ad A2A, per arrivare a big dell’energy. Senza trascurare un’aggregazione con Agsm Verona e Aim Vicenza: il fit con Ascopiave funzionerebbe, il tema vero è capire se il riassetto di Treviso non andrà più velocemente del progetto di fusione tra le due cugine.

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