Appalti

Arera chiede ai gestori i dati sugli impianti di smaltimento rifiuti

di Sauro Prandi

Arera (Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente), sulla base di un provvedimento adottato la scorsa settimana dalla responsabile della Direzione ciclo dei rifiuti urbani e assimilati (Determina n. 1/2019-Drif), dà attuazione a quanto stabilito dalla delibera n. 714/2018 (si veda il Quotidiano degli enti locali e della Pa del 3 gennaio), vale a dire la richiesta ai gestori, siano essi pubblici (società partecipate da Comuni o in house) o privati, di numerose informazioni in tema di servizi di trattamento dei rifiuti urbani e assimilati, con priorità agli impianti di smaltimento (cioè trattamento meccanico biologico, incenerimento, discariche di rifiuti non pericolosi).
Va ricordato che la dettagliatissima ricognizione predisposta dagli uffici dell'Autorità, con l'ausilio di un manuale di istruzione per la compilazione dei prospetti, da inviare a Arera entro il prossimo 5 aprile, è funzionale alla definizione della regolazione in tema di tariffe e condizioni contrattuali di accesso agli impianti di trattamento. Alla compilazione della modulistica sono tenuti i soggetti che, a prescindere dalla rispettiva forma giuridica o dal titolo per il quale svolgono l'attività, gestivano almeno un impianto delle tipologie citate alla data del 31 dicembre 2017.

La platea
Ma come è composta la platea dei soggetti che dovranno compilare detta modulistica? Ci viene in soccorso Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) che con il proprio "Rapporto rifiuti urbani" (edizione 2018) identifica, nel 2017, i seguenti impianti destinati al trattamento del rifiuto urbano residuo: 130 Tmb trattamento meccanico biologico, 38 impianti di incenerimento, 12 di coincenerimento, 123 discariche, per un totale di 304; i dati Ispra evidenziano anche (e qua per mera ricognizione) 340 impianti destinati al trattamento della frazione organica che, unitamente agli altri, portano a 644 gli impianti di trattamento sul territorio nazionale).

I dati
La rilevazione riguarda la «carta d'identità» del gestore e del proprietario dell'impianto (stesso o diverso) e le caratteristiche di ogni impianto gestito (identificazione dello stesso; dati tecnici; dati operativi della gestione, quest'ultimi riferiti agli anni 2017 e 2018). Vengono inoltre richiesti dati sui flussi di rifiuti urbani in ingresso all'impianto nell'anno 2017, il conto economico della gestione dell'impianto, oltre che i cespiti del gestore e del proprietario. Infine, significativa la documentazione da allegare all'invio dei dati: parte contabile, «… funzionale alla verifica della veridicità dei dati…», bilancio d' esercizio e libro cespiti 2017, documentazione attestante la valorizzazione delle infrastrutture dei proprietari; parte amministrativa, autorizzazioni varie richieste dalla normativa vigente, contratti di conferimento rifiuti, delibere del soggetto affidante il servizio, eccetera. Tanti dati da parte dei gestori che permetteranno all'Autorità di fare anche un quadro molto dettagliato del sistema «impianti di smaltimento». La determina ricorda inoltre «… che l'inottemperanza agli obblighi informativi…. .costituisce presupposto per l'irrogazione di sanzioni…».

Il documento

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