Appalti

Traforo del Gran Sasso, Strada dei Parchi revoca la chiusura

Strada dei Parchi spa non chiuderà il traforo del Gran Sasso, sull’A24. «I ministeri delle Infrastrutture e dell’Ambiente hanno accolto positivamente la nostra proposta di compiere interventi di mitigazione, sarebbe prova sufficiente per ridurre il permanere del rischio di inquinamento, dunque di reiterazione del reato», ha spiegato Mauro Fabris, vicepresidente della società che gestisce anche l’A25.

In mattinata un nuovo vertice al Mit servirà a definire i prossimi passi da compiere, compreso «l’impegno di inserire nello Sblocca cantieri la nomina di un commissario con adeguate risorse finanziarie», aggiunge Fabris. Un passaggio fondamentale per risolvere l’annosa vicenda. L’esecutivo sta scavando nei conti per trovare oltre 170 milioni di euro per compiere interventi strutturali di impermeabilizzazione, così da non inquinare una falda che rifornisce acqua a 700mila abitanti in Abruzzo. Opere che, inevitabilmente, non potranno iniziare nell’immediato.

Diversamente «siamo pronti da subito ad iniziare lavori di mitigazione», ha detto Fabris. Ieri, infatti, una riunione alla Procura di Teramo - cui hanno partecipato il governatore Marco Marsilio, il capo di gabinetto del Mit Gino Scaccia, prefettura e Protezione civile - ha permesso a SdP di avere garanzie. Per questo in mattinata sarà depositata alla Procura una lunga memoria in cui sono illustrati tutti gli interventi di «mitigazione» dall’inquinamento, che avranno lo scopo di non far incorrere la società in nuove accuse giudiziarie. Tra i punti contenuti nella memoria, per esempio, c’è la chiusura di una corsia, da utilizzare per compiere monitoraggi più accurati; i veicoli di trasporto merci dovranno distare 150 metri.

Tuttavia, l’alert resta acceso per i laboratori di fisica nucleare, situati nel massiccio montuoso. Stando alle consulenze risulta che non vi è una impermeabilizzazione efficace. Tradotto: «manca l’isolamento idrico tra i laboratori e l’acquifero (falda, ndr) del Gran Sasso». A questo si aggiunga il rischio sismico. Un aspetto non secondario se si rammenta che nei laboratori sono stoccate - irregolarmente - 2mila 300 tonnellate di rifiuti tossici.

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