Appalti

Sanità, ipotesi taglio di 3,5 miliardi

Nella versione definitiva della lettera inviata da Roma alla Ue i tagli al welfare sono spariti, ma nel confronto serrato tra Governo e Regioni sul nuovo Patto per la salute spunta l’ipotesi di un taglio di 3,5 miliardi (2 nel 2020 e 1,5 miliardi nel 2021)  al Fondo sanitario nazionale.

I fondi rappresentano l’aumento promesso dal Governo alle Regioni nell’ultima legge di bilancio che ora però rischiano di saltare. Le risorse aggiuntive che porterebbe le risorse a disposizione per la Sanità rispettivamente a 116,4 miliardi il prossimo anno e a 118 miliardi scarsi nel 2021 sono seriamente a rischio a causa di una clausola inserita nell’articolo 1 della bozza di Patto per la salute che ieri la ministra Giulia Grillo ha consegnato alle Regioni. Una clausola che condiziona gli aumenti all’andamento dell’economia e alle esigenze di bilancio ora sempre più pressanti nel confronto con Bruxelles. I fondi in più saranno infatti erogati «salvo eventuali modifiche che si rendessero necessarie in relazione al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica e a variazioni del quadro macroeconomico».

La clausola, inserita anche nel Patto precedente, ha scatenato le reazioni delle Regioni, come quella dell’assessore dell’Emilia Romagna Sergio Venturi che parla di «sconfessione» dell’accordo siglato a Natale con il Governo. Mentre il segeretraio del Pd Nicola Zingaretti avverte: «Non vi azzardate a tagliare sulla sanità. Faremo le barricate».

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