Appalti

I francesi di Ratp allo sbarco sui trasporti pubblici di Milano

I francesi di Ratp scaldano i motori per l’assegnazione del trasporto pubblico di Milano, che tra qualche mese dovrà improrogabilmente essere messo a gara.
Il tpl milanese dovrà essere messo in regime di concorrenza, secondo quanto richiesto dalle norme europee. E così anche gli operatori stranieri stanno guardando con interesse a quanto accadrà nel capoluogo lombardo. Il dossier interessa in particolar modo Ratp, gestore della tramvia a Firenze (e in attesa della sentenza del Consiglio di Stato per la gestione del servizio di trasporto toscano, dopo il ricorso fatto dal raggruppamento arrivato secondo).

Atm in proroga
Già Atm era stata assegnataria del servizio dopo una gara e adesso si trova in fase di proroga. Il Comune di Milano ha anche valutato la possibilità di proseguire con l’affidamento diretto, ma in tal caso Atm non avrebbe potuto avere attività extra territoriali. La società di trasporto invece ha attività all’estero che vorrebbe mantenere e ingrandire, come ad esempio la gestione della metropolitana a Copenaghen. Per la controllata di Palazzo Marino (arrivata ad essere la più efficiente d’Italia) sarebbe dunque un passo indietro. Ecco dunque che la gara sarà inevitabile.
A stabilire tempi e procedure della gara d’appalto, della durata di 15 anni, sarà l’autorità di bacino del trasporto pubblico, l’ente regolatore dei territori di Milano, Monza e Brianza, Pavia e Lodi, il cui cda è stato appena rinnovato, sotto la guida di Daniele Barbone. Probabilmente entro fine anno sarà pronta.

Milano Next
Intanto, a modificare le carte in tavola, è stato il raggruppamento di imprese “Milano Next”, che ha già inviato al Comune e all’autorità di bacino i documenti per proporre un project financing per un investimento da realizzare nel trasporto di questi territori. Ancora le buste non sono state aperte e i termini sono secretati. Si parla di mettere sul piatto almeno 1 miliardo all’anno, per 15 anni, considerando il valore del settore. Ma sono calcoli ancora generici. Della cordata fanno parte la stessa Atm, A2A (la multiutility della quale il Comune di Milano detiene il 25%), BusItalia di Ferrovie dello Stato, Hitachi Rail sts, Commscon Italia Srl e IgpDecaux. La proposta è arrivata il 7 maggio scorso.
Quando si parla di project financing nel tpl, si intende un nuovo progetto da mettere in piedi, non può trattarsi della sola gestione, per la quale c’è comunque bisogno di una gara. Potrebbe essere stata inserita quindi la costruzione della metro Milano-Monza.

Due scenari
A questo punto si aprono due scenari: o la proposta viene ritenuta inadatta dall’autorità e dai comuni, e quindi si procede verso la gara per il tpl; o viene ritenuta adeguata. In tal caso si dovrà fare una gara sulla base del progetto proposto dalla stessa cordata, che avrà un diritto di prelazione. Ovviamente nulla vieta che le due cose convivano: magari in un lotto si procede con la proposta di project, in un altro lotto con la semplice gara per il tpl (e una cosa non influenzerebbe l’altra, ma sarebbero effettivamente due gare distinte).
Un dato è certo: la valutazione del project financing allunga i tempi per l’apertura del bando e dà ad Atm qualche possibilità in più di rimanere nella gestione del trasporto milanese, proprio in virtù del diritto di prelazione. Inoltre, il fatto che Atm si sia già messa in cordata con altri operatori forti, indica che il rischio di perdere il capoluogo lombardo è reale.
Dal 15 luglio, nel frattempo, il Comune di Milano aumenterà il biglietto da 1,5 a 2 euro per la corsa singola, mentre gli abbonamenti rimarranno invariati. Nelle prossime settimane è in corso in consiglio comunale un dibattito che potrebbe portare a qualche emendamento che calmieri la decisione, sollevando qualche eccezione. Ma l'incremento è ormai deciso.

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