Appalti

Riciclo dei rifiuti, urgente sbloccare le norme sulle autorizzazioni delle Regioni

Recepire subito la direttiva europea del giugno 2018 che consente il rilascio delle autorizzazioni al riciclo. Un intervento necessario per sbloccare le attività legate all’economia circolare ed evitare così sovra-costi sulla tassa rifiuti e il rincaro dei prodotti pari a 2 miliardi di euro l’anno. La richiesta è arrivata ieri da 56 associazioni imprenditoriali di tutti i settori: da Confindustria a Cna, passando per Cia, Fise Unicircular, Fise Assoambiente, Confartigianato imprese, Confcooperative, Federchimica, Federacciai e altre tra cui Federazione Gomma Plastica, Conai, Ecopneus, Confagricoltura, Assobioplastiche, Ucina - Confindustria Nautica e Ance.

Tutto risale a una sentenza del Consiglio di Stato del febbraio 2018, che di fatto ha paralizzato il riciclo dei rifiuti stabilendo che le Regioni non possono più rilasciare le relative autorizzazioni in assenza di una norma statale che lo preveda espressamente. Il governo è intervenuto sulla materia con la conversione in legge del decreto sbocca cantieri, a giugno scorso. Ma ci si è limitati a salvaguardare solo le tipologie e le attività di riciclo regolate dal decreto ministeriale del febbraio 1998, risalente a più di 20 anni fa. Restano fuori per esempio processi moderni come il riciclo di rifiuti da spazzamento stradale e viene frenato quello degli pneumatici fuori uso.

La soluzione auspicata dalle imprese è di recepire il prima possibile la direttiva europea del giugno 2018, o tramite un decreto ad hoc o con un emendamento a un decreto legge o, infine, con un emendamento a una legge di conversione di un decreto. La Direttiva consente infatti alle Regioni, in mancanza di decreti nazionali o di regolamenti europei, di autorizzare, caso per caso, l’attività di riciclo.

«Affidare allo Stato l’esclusiva di dire quando un rifiuto può essere riciclato attraverso i regolamenti ministeriali non è praticabile. Ad oggi lo Stato ha emanato solo due regolamenti», spiega Andrea Bianchi, direttore politiche industriali Confindustria. «In lista d’attesa ci sono ancora 16 decreti. Quando arrivano? Noi abbiamo un problema d’urgenza», aggiunge Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile. «Senza la reintroduzione delle autorizzazioni “caso per caso”», aggiunge il presidente di Fise Unicircular Andrea Fluttero , «il governo ed il parlamento si assumono la responsabilità di una crisi del sistema rifiuti». «Se non si interviene per le imprese i costi di smaltimento saranno insostenibili. E in questa situazione aumentano i rischi di infiltrazioni malavitose nella gestione degli scarti», conclude Elena Calabria, vicepresidente Cna.

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