Appalti

In controtendenza le utility, da A2A piano da 300 milioni

Un piano che vale oltre 300 milioni per la riconversione green della centrale di San Filippo del Mela in provincia di Messina oggi alimentata a olio combustibile per una potenza complessiva di 960 Mw e da due impianti fotovoltaici per una produzione di oltre 800 Kw. Per il momento non c’è nulla di ufficiale ma A2A, tramite la controllata A2A Energiefuture, ha accolto positivamente l’invito arrivato dai sindaci della zona (di San Filippo del Mela, di Barcellona e Milazzo) e ha avviato un confronto sul futuro della centrale elettrica in vista della scadenza del primo gennaio 2022, quando l’impianto non sarà più essenziale per il sistema elettrico.

Gli amministratori temono per il futuro di un impianto che oggi dà lavoro a 160 persone cui se ne aggiungono quasi altrettante nell’indotto. E temono che A2A possa decidere di tirare i remi in barca: l’azienda, va ricordato, ha già incassato il no alla riconversione della centrale in termovalorizzatore.

Nel corso dell’incontro che si è svolto all’inizio di agosto i vertici di A2A Energiefuture hanno illustrato una proposta industriale basata su tre capisaldi: transizione energetica (ciclo combinato a gas con contestuale fermata di tutti i gruppi ad olio combustibile e compensatori sincroni per servizi alla rete elettrica), in coerenza con quanto previsto da Piano nazionale di decarbonizzazione entro il 2025 già approvato dal Governo; economia circolare (un impianto Forsu il cui iter autorizzativo è già stato avviato e impianto per il recupero della plastica a valle della raccolta differenziata; fonti rinnovabili (fotovoltaico e storage elettrochimico).

I sindaci si sono dichiarati favorevoli all’idea progettuale presentata da A2A ma si sono riservati di fornire spunti più di dettaglio una volta che saranno avviati gli iter autorizzativi dei vari progetti. Il piano illustrato dall’azienda, tra l’altro, sarebbe coerente con un Piano di gestione della crisi complessa dell’area che è già oggetto di confronto in altre sedi istituzionali.

Di concreto dunque, per il momento, c’è l’investimento di 35 milioni per l’impianto per la trasformazione della frazione organica dei rifiuti derivante dalla raccolta differenziata in biometano. Un impianto in grado di trattare circa 75.000 tonnellate all’anno di frazione organica proveniente dalla provincia di Messina e di generare circa sei milioni di metri cubi di biometano green che, una volta immesso in rete, potrà coprire il fabbisogno di circa 5.000 famiglie. L’impianto sarà anche in grado di produrre 15.000 tonnellate di compost certificato per l’uso biologico . «Oltre a garantire la continuità operativa del sito, il Polo si configura come un’opportunità per il territorio della Valle del Mela e una risposta concreta al fabbisogno impiantistico della Sicilia - spiegano dall’azienda -. Coniuga infatti tre aspetti fondamentali: la sostenibilità ambientale, un miglioramento della qualità dell’aria e un minor ricorso alle discariche grazie al recupero della frazione organica differenziata dai cittadini; la sostenibilità sociale, con la tutela dei livelli occupazionali del territorio; la sostenibilità economica, con gli investimenti previsti per la realizzazione del progetto».

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