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Delrio: resta possibile la revoca su alcune concessioni autostradali

La partita autostradale si arricchisce di due tasselli che non mettono in discussione l’impianto dell’accordo M5s-Pd ma lo rafforzano. La dichiarazione più forte l’ha fatta ieri Graziano Delrio, capogruppo pd al Senato e “firmatario” per i Dem dell’accordo di governo. Sulle concessioni autostradali - ha detto Delrio - «siamo stati molto chiari: la revisione dei sistemi concessori, non solo autostradali, è importante per tutelare sempre al meglio l’interesse pubblico. Alcune concessioni, in particolare quelle collegate alla tragedia del ponte Morandi, vanno viste, come sta facendo già la Presidenza del Consiglio, con gruppi di esperti che potranno anche arrivare fino alla revoca».

L’altro tassello viene direttamente dall’intervento del premier alla Camera. È in sintonia con quel che dice Delrio, a conferma che il patto è solido. «Renderemo più efficiente e razionale - dice Conte - il sistema delle concessioni operando una progressiva e inesorabile revisione di tutto il sistema. Quanto al tema di concessioni autostradali avviato a seguito del crollo del ponte Morandi, porteremo a completamento il procedimento senza nessuno sconto per gli interessi privati, avendo quale obiettivo esclusivo la tutela dell'interesse pubblico e la memoria delle 43 vittime, una tragedia che rimarrà una pagina indelebile della nostra storia patria».

Il titolo di Atlantia a Piazza Affari ieri ha avuto un ribasso che sfiora il 2% dopo queste dichiarazioni.

Nella sostanza l’accordo resta però quello raccontato dal Sole 24 Ore già dal 30 agosto. E proprio le parole di ieri lo confermano. Due pilastri lo sorreggono: 1) revisione severa del sistema delle concessioni, con riguardo soprattutto al sistema tariffario che sarà unificato per tutte le concessionarie sulla base di un price cap e all’accelerazione degli investimenti; 2) decisione sulla revoca eventuale affidata al premier basata sui pareri giuridici e non su posizioni politiche di bandiera; 3) i tempi della decisione sulla revoca non saranno immediati ma seguiranno il completamento del procedimento amministrativo quando si avranno cioè tutti gli elementi necessari per decidere.

Per Conte la revisione sarà «inesorabile» e il punto di confronto aspro sarà proprio sulla tariffa. Il governo intende rifarsi alla delibera 71/2019 dell’Autorità di regolazione dei trasporti che impone il vero price cap (aumento tariffario pari a inflazione meno aumento di produttività) ma alle concessionarie non piace. Quanto alla revoca, nessuno l’ha mai esclusa. Ma alla fine del procedimento e tenendo conto dei pareri richiesti dal precedente governo, secondo cui - per evitare indennizzi e risarcimenti miliardari- sarà meglio rinegoziare che revocare. Nulla è scontato, ma all’orizzonte si profila una dura stagione di rinegoziazioni.

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