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La riorganizzazione di Tridico: c’è la nuova direzione Povertà

Una nuova direzione generale per l’Inclusione, la lotta alla povertà e l’invalidità civile, scorporata da quella che gestisce gli ammortizzatori sociali. Un’altra per la Formazione e lo sviluppo sganciata da quella per il Personale, una terza di staff per la Presidenza e il Consiglio di amministrazione. E un’altra direzione ancora per l’anti-frode, l’anticorruzione e la trasparenza.
Si compone di questi e altri tasselli la riforma organizzativa dell’Inps che ha in mente il presidente Pasquale Tridico. Una svolta annunciata a luglio, in occasione della Relazione annuale in Parlamento, e illustrata in tutti i dettagli nelle scorse settimane ai funzionari di vertice. La proposta di riforma, che dovrebbe concretizzarsi entro metà ottobre e che porta da 39 a 42 le direzioni cui va aggiunto il direttore generale, sarà oggetto di un primo confronto, oggi, con il Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ). L’organo dove trovano rappresentanza gli esponenti della parti sociali nei giorni scorsi ha adottato una delibera piuttosto dura sulla questione: «Un nuovo modello organizzativo - spiega il presidente del Civ, Guglielmo Loy - non può ridursi semplicemente al sommarsi alle attuali strutture di altre strutture ma partire da una analisi sulle efficienze, disfunzioni e criticità per costruire un modello armonioso e coerente con una visione strategica».

Per il Civ necessaria unistruttoria più ampia
Servirebbe, secondo il Civ, un’istruttoria più ampia prima di procedere. Anche perché la nuova riforma dell’Istituto arriva a poco più di due anni da quella fatta dall’ex presidente Tito Boeri e mentre l’Inps si trova impegnato nella gestione di una serie di servizi aggiuntivi in carenza di personale. Il presidente Tridico agisce nei fatti con i poteri del commissario, in attesa della nomina del Cda. L’accordo si era trovato nell’ultima riunione di governo gialloverde, quella del 6 agosto. Allora Luigi Di Maio aveva comunicato i tre nomi che avrebbero completato il board presieduto da Tridico e con vice Adriano Morrone. E cioè: Rosario De Luca, Gabriele Aulicino, e l’esperta di welfare dem, Maria Luisa Gnecchi. Poi la Lega ha aperto la crisi e tutto è finito in stand-by. Secondo fonti vicine al dossier i nomi verrebbero solo in parte confermati, con compensazioni tra nuova maggioranza e opposizioni da calibrare anche con l’altro Cda da costruire, quello dell’Inail, dove all’atto di nomina del nuovo presidente, Franco Bettoni, non ne sono succeduti altri.

Governance ancora molto fluida
Insomma, una situazione di governance ancora molto fluida e che, agli occhi del Civ di Inps, sconsiglia accelerazioni. Le criticità sarebbero altre, secondo Guglielmo Loy: «Piena equiparazione tra lavoratori pubblici e privati con un conto assicurativo omogeneo, pari esigibilità temporale tra tutte le tipologie di pensione, una comunicazione trasparente tra utente ed istituto, per non dire del patologico tema del contenzioso (amministrativo e giudiziario), e il mancato aiuto alle imprese per facilitare l’accesso alle agevolazioni contributive e alle richieste del Durc». Il confronto interno è dunque aperto, in attesa che il governo chiuda la partita dei consigli di amministrazione.

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