Appalti

Screening e analisi: farmacia dei servizi al test in 9 Regioni

Primo a partire ufficialmente sarà il Piemonte: da gennaio la farmacia diventerà a tutti gli effetti un “front office” del Servizio sanitario nazionale in grado di offrire un'ampia gamma di prestazioni. Dai progetti di prevenzione alle campagne vaccinali, dalla promozione dell'aderenza ai farmaci all'attivazione del fascicolo sanitario elettronico, dalla distribuzione per conto delle Asl di presìdi per diabetici e incontinenti al monitoraggio di pazienti in terapia anticoagulante.

Un pacchetto che configura la farmacia di comunità o «dei servizi», come è stata definita fin dalla sua istituzione con legge nel 2009, ben dieci anni fa. Oggi e dopo una serie di iniziative-spot si parte in nove Regioni, per scaglioni: il Piemonte insieme a Lazio e Puglia, poi Lombardia, Emilia-Romagna e Sicilia e infine Veneto, Umbria e Campania. Qui avverrà la sperimentazione del progetto, sulla base di linee d’indirizzo messe a punto in quattro mesi con il ministero della Salute e le associazioni di categoria. La dote di partenza sono 36 milioni di euro previsti dalla legge di Bilancio 2018, che saranno erogati in tranche legate all’effettiva messa a terra dell’iniziativa, sulla base di un cronoprogramma che le Regioni sono chiamate a inviare alla Salute entro un mese. «Ma già si pensa ad ampliare la farmacia di comunità a tutto il territorio e quindi a raddoppiare il budget – spiega il coordinatore degli assessori alla Sanità, il piemontese Luigi Genesio Icardi -: lo abbiamo chiesto nell’accordo appena licenziato con cui si dà il via all'iniziativa». Intanto, la sperimentazione servirà a testare l’utilità del progetto per i servizi sanitari regionali – e quindi per i cittadini - e a capirne la fattibilità su scala nazionale grazie a una griglia omogenea di servizi in tutto il Paese.

Il set minimo - che potrà essere arricchito - è articolato in tre aree: servizi cognitivi, servizi di front-office e analisi di prima istanza. Nei primi, focalizzati su ipertensione, diabete e sulla malattia respiratoria Bpco, rientrano il monitoraggio dell’aderenza alla terapia farmacologica e la “riconciliazione” della terapia stessa. Per i servizi di front office ci si concentrerà invece sull’adesione e attivazione in farmacia da parte dei pazienti del fascicolo sanitario elettronico, documento pensato per includere tutti i dati del paziente ma ancora al palo in diverse Regioni. Infine, le prestazioni analitiche di prima istanza: verranno presi in considerazione i servizi di telemedicina (holter pressorio e cardiaco, auto spirometria ed elettrocardiogramma) e la partecipazione della farmacia alle campagne di screening per il tumore del colon retto. Primi destinatari dei servizi sono i pazienti fragili: non a caso il nuovo ruolo della farmacia è previsto già nel Patto per la salute e nel Piano nazionale cronicità. Ma per tutti i cittadini, in generale, la farmacia dovrà diventare in prospettiva un presidio sociosanitario polivalente, nodo di una rete di cui fanno parte in prima battuta medici di medicina generale, pediatri e infermieri. Capillarità ed erogazione sinergica dei servizi sul territorio sono la doppia carta da giocare per avvicinarsi al paziente, favorirne l'empowerment - cioè la capacità di curarsi e assumere correttamente la terapia scongiurando ricadute e peggioramento della malattia con aumenti dei costi dell'assistenza – e scongiurare gli accessi impropri al Pronto soccorso.

La sperimentazione permetterà anche di valutare gli effetti del progetto e di tararsi su risparmi e costi, inclusa ovviamente la remunerazione dei farmacisti che vorranno aderire. «I listini – spiega il presidente di Federfarma Marco Cossolo – vanno concordati con la singola Regione. Ma nel complesso – precisa - ci tengo a sottolineare il cambio di passo professionale in forma di counseling, di attività di prevenzione e di contributo all'abbattimento delle liste d'attesa, che per il farmacista si prefigura». Ovviamente per poter garantire servizi “di comunità” fin dall’arruolamento del paziente i farmacisti andranno adeguatamente istruiti: la partecipazione alle singole iniziative darà loro diritto ai “crediti” acquisibili nell'ambito della formazione sul campo. E qui entra in campo l'Ordine professionale, da sempre in prima linea nella promozione del nuovo modello.

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