Appalti

Banda ultralarga, piano fermo per la firma di un Dpcm

di Carmine Fotina

È uno dei piani pubblici più «preannunciati» della storia della Repubblica. Ma è anche tra quelli perennemente in ritardo. Il piano nazionale per la banda ultralarga, la cui definizione aveva avuto un passaggio importante nel Cobul (Comitato banda ultralarga) di luglio, è completamente fermo. Perché? Manca il Dpcm (decreto della presidenza del consiglio) sulla nuova composizione del Comitato, diventata necessaria con il cambio di governo ad inizio settembre. Il decreto è pronto da due mesi ma manca la firma. Al precedente presidente (Luigi Di Maio, allora ministro dello Sviluppo) dovrà subentare la ministra per l’Innovazione Paola Pisano. Ieri, nell’ambito della cabina di regia sulla digitalizzazione, il sottosegretario al Mise Mirella Liuzzi ha sottolineato «la necessità che la presidenza del consiglio convochi il Cobul per la pianificazione degli interventi nelle aree grigie del Paese e i voucher per la connettività». Ci sono da sbloccare 1,3 miliardi per i voucher e 1,8 miliardi per l’infrastrutturazione nelle «aree grigie».

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