Appalti

Cdp prepara il rilancio su partecipate e risparmio postale

Uno sguardo puntato sul passato, a 170 anni dalla legge approvata nel 1850 dal Parlamento del Regno di Sardegna che l’ha istituita. E uno rivolto al futuro con Cdp pronta a portare a termine il riassetto già avviato sulle partecipate con il piano industriale 2019-2021 e decisa a potenziare altresì buoni e libretti postali, anche grazie all’impulso dei canali on line dove negli ultimi dodici mesi sono stati raccolti oltre un miliardo e mezzo di euro. Un tassello, quest’ultimo, centrale nella storia della Cdp le cui fila sono state riannodate ieri dal neo presidente della Cassa, Giovanni Gorno Tempini, in apertura della cerimonia d’inaugurazione per le celebrazioni del 170° anno di attività che ha visto la partecipazione del capo dello Stato Sergio Mattarella, del presidente della Camera, Roberto Fico, del numero uno dell’Acri, Francesco Profumo, e di un’ampia delegazione del governo guidata dal premier Giuseppe Conte e dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. «Da 170 anni Cdp è protagonista nel sostegno alle infrastrutture e all’economia reale, investimenti che richiedono capitali pazienti e che sono determinanti per la crescita del paese», ha sottolineato il top manager per poi ribadire che l’obiettivo di Cdp «non è la massimizzazione dei rendimenti bensì la sostenibilità economico-finanziaria, a tutela dei risparmi di 27 milioni di italiani».

La salvaguardia del risparmio, altro snodo strategico nella storia della Cassa, resta dunque una bussola dell’azione di Cdp, intenzionata a puntellarlo ulteriormente. Così, da un lato, come ha ricordato ieri il ceo Fabrizio Palermo, il gruppo ha lavorato a trasformare la sua principale fonte di raccolta in un prodotto digitale e smart e, dall’altro, ha ridisegnato la nuova forma grafica dei buoni fruttiferi postali, presentata ieri, privilegiando un’iconografia ispirata alle divinità fluviali che rimanda alla tradizione dei titoli cartacei. L’altro fronte annunciato ieri dall’ad riguarda poi le partecipate la cui riorganizzazione è già cominciata con l’ultimo piano e sarà completata con un nuovo step. «A breve il nostro cda approverà una nuova strategia sull’equity», ha sottolineato Palermo. La direzione è quella di razionalizzare il portafoglio e di gestirlo secondo una logica industriale: «Si tratta di un’analisi attenta che portiamo in cda - ha precisato - con l’obiettivo di razionalizzare e definire le aree di intervento, come intervenire e quali strumenti utilizzare».

Insomma, la rotta futura di Cdp sempra tracciata. Il cui apporto continuerà a essere strategico anche rispetto alla mobilitazione delle risorse messe in campo dall’Europa (dal piano Juncker, di cui Cassa è stato un fondamentale pivot, al nuovo programma Invest Eu), come hanno ricordato sia il premier Conte che il ministro Gualtieri non prima di aver elogiato il top management della Cassa. Con il presidente del Consiglio che ha riconosciuto in Cdp il «miglior esempio dell’Italia che investe su stessa», un fulcro «per una prospettiva di ampio respiro, per progettare l’Italia di domani», mentre il titolare dell’Economia ne ha rimarcato «il ruolo decisivo nella promozione, nello sviluppo e nel rilancio dell’economia di mercato», dopo aver ringraziato i due principali artefici della riforma del 2003 che ha trasformato la Cassa in spa: l’ex titolare del Mef, Giulio Tremonti e l’ex presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti. Un ruolo, quello di Guzzetti, al quale anche il suo successore al vertice dell’Acri Profumo ha voluto rendere omaggio - accompagnato da un lungo applauso della platea -, riconoscendogli di aver intuito «che le strade delle fondazioni e quelle della Cassa potessero incontrarsi per portare insieme benefici per tutto il sistema».

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