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Tpl, scontro tra aziende e sindacati sulle regole dello sciopero

Cresce lo scontro sul tema dello sciopero. Oggi si fermano i mezzi pubblici a Milano e domani ci sarò lo sciopero generale nel resto d’Italia. Sul Sole 24 Ore Arrigo Giana, presidente dell’associazione delle imprese dei trasporti Agens e dg della società del tpl milanese Atm, ha lanciato la sua proposta per “rivedere” le regole dello sciopero, con l’obiettivo di farlo diventare un disegno di legge. «È ora di parlare anche del diritto a muoversi dei cittadini. Bisogna affrontare in modo costruttivo il tema degli scioperi rivedendo le norme e aggiornandole alle attuali esigenze di mobilità». La sua idea si basa su tre punti: maggiore rappresentatività delle sigle che indicono lo sciopero; dichiarazione anticipata dell’intenzione dei lavoratori di scioperare; coerenza tra lo sciopero e i problemi aziendali reali.

Giana ha intascato la “solidarietà” dell’ad di Trenord Marco Piuri, che ha sottolineato come il diritto di scioperare debba essere contemplato insieme a quello della mobilità: «Occorre che siano tutelati entrambi questi diritti. Lo sciopero, strumento di dialettica tra lavoratori e azienda, deve ricadere il meno possibile sulle persone che usufruiscono dei servizi di trasporto».

Meno contente le sigle sindacali, da quelle più note fino agli autonomi. Due le voci che ieri si sono fatte sentire.

Sul tema della rappresentatività la Cub entra nel merito: «nello svolgimento dell’attività sindacale non abbiamo piena agibilità di convocare assemblee, partecipare ai tavoli di trattativa e avere informazioni sull’andamento economico delle aziende, usufruire di permessi sindacali, affiggere volantini in bacheca e altro. Accedono a questi diritti solo quelle organizzazioni sindacali che partecipano a trattative con le aziende sulla stipula dei contratti, da cui veniamo sistematicamente esclusi sia dalle aziende che dai sindacati confederati, oppure che partecipano alle elezioni delle Rsu - dice Mattia Scolari, della Cub - Questo sistema ha l’obiettivo di scoraggiare i lavoratori a iscriversi al nostro sindacato e li direziona così verso Cgil – Cisl – Uil che sono gli unici “riconosciuti” dalle aziende. Come si fa a parlare di vera rappresentatività?». Quanto all’adesione anticipata, per Scolari significa «cancellarne completamente l’esercizio», mentre sulle finalità dello sciopero ricorda che «nel nostro paese i principali diritti democratici, civili e sociali sono stati conquistati dai lavoratori in questo modo».

Dalla Fit-Cisl ricordano che «lo sciopero è un diritto garantito - dice Salvatore Pellecchia, Segretario Generale della Fit-Cisl - Ogni lavoratore deve essere lasciato assolutamente libero di scegliere se aderire o meno. L’idea di imporre un referendum preventivo rispetto alla proclamazione o una dichiarazione preventiva di adesione dei lavoratori potrebbe presentare dei profili di incostituzionalità, oltre a non essere la soluzione del problema».

Pellecchia ricorda che gli strumenti per valutare la rappresentatività esistono già e che basterebbe usarli. Poi arriva il tema per lui centrale: «Il nostro primario obiettivo è prevenire lo sciopero: la prima forma di prevenzione sta nel chiamare le parti al rispetto delle leggi, dei contratti, degli accordi e dei tempi di rinnovo».

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