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Tpl, per il Tar Lazio il referendum Atac è valido e non era necessario il quorum

di Daniela Casciola

Il Tar Lazio, con la sentenza n. 13825 depositata ieri, ha accolto il ricorso presentato dagli organizzatori del referendum consultivo che si tenne a Roma nel novembre del 2018 sulla liberalizzazione del servizio di trasporto pubblico, attualmente gestito quasi esclusivamente all'azienda municipalizzata Atac. Al referendum aveva votato solo il 16,38 per cento degli aventi diritto e non era stato raggiunto il quorum del 33 per cento stabilito dallo statuto del Comune. I promotori del referendum hanno contestato la legittimità del quorum: era infatti stato abolito dal Comune di Roma il 30 gennaio 2018, lo stesso giorno in cui era stata emessa l'ordinanza per indire il referendum. Il Tar ha perciò accolto il ricorso, concludendo che l'amministrazione comunale avrebbe dovuto promulgare il risultato del referendum.

Il Tar, in applicazione del principio di legalità, ha affermato che l'esito referendario non è soggetto a sbarramenti, con la conseguenza che l'amministrazione avrebbe dovuto procedere alla promulgazione del risultato che ha visto prevalere i "Sì", con gli effetti che derivano dalla disciplina di riferimento.

Nella sentenza si dice che «la eliminazione del quorum - disposta con la delibera n. 5 del 2018 con il dichiarato scopo di conformare la disciplina comunale ai principi espressi dal Codice di buona condotta sui referendum adottato dalla Commissione Europea per la Democrazia attraverso il Diritto, che considera con sfavore la sussistenza di soglie e percentuali minime determinanti una sostanziale assimilazione degli elettori che si astengono a quelli che esprimono un voto negativo - dispiega la sua incidenza proprio nella fase di indizione delle consultazioni».

La sentenza del Tar Lazio n. 13825/2019

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