Appalti

A2A-Ascopiave, prove di tregua fra le utility

Se mai è stata guerra, quella tra A2A e Ascopiave potrebbe presto vedere sancita una tregua e magari, nel futuro prossimo, anche progetti industriali comuni. Certo, non più tardi dell’altro ieri, Ascopiave avrebbe rastrellato altre azioni di Acsm-Agam, portandosi a ridosso del 5% della multiutility lombarda controllata da A2A, che a sua volta detiene il 4,16% della stessa Ascopiave, ma l’aria che si respira sull'asse Milano-Brescia-Treviso (e indirettamente Bologna, sede di Hera) è meno pesante rispetto a qualche giorno fa. Entrambe le società guarderebbero alla possibilità di aprire un dialogo proficuo piuttosto che proseguire su una strada, quella dello scontro, in cui i rischi sono superiori ai potenziali benefici. «Non siamo una terra di conquista. Prima era un monologo di A2A ora è diventato un dialogo: con noi si possono fare tanti accordi», aveva dichiarato nei giorni scorsi il presidente di Ascopiave, Nicola Cecconato. «L’acquisto di una quota in Ascopiave non era e non è un atto ostile, al contrario si inquadra nella prospettiva di un possibile dialogo finalizzato a proporre progetti industriali da condividere con i suoi azionisti - ha dichiarato ieri a Radiocor l’ad di A2A, Valerio Camerano - Il nostro interesse, peraltro già espresso in passato, è dialogare, proporre e costruire con Ascopiave, insieme ai nostri possibili partner veneti Agsm Verona e Aim Vicenza, ipotesi di sviluppo industriale congiunto che determinino mutui benefici, per esempio sulle reti gas». È plausibile che, a breve, Camerano e Cecconato si incontrino e che A2A prenda contatto con i soci di Ascopiave per illustrare i propri progetti così come è ipotizzabile che si aspetti di conoscere dalla societa trevigiana gli eventuali progetti industriali per Acsm-Agam. E c’è chi non esclude che anche Stefano Venier, ad di Hera, possa essere coinvolto al suo ritorno dal roadshow Oltreoceano.

Per capire quanto avvenuto fino ad oggi, bisogna infatti tornare allo scorso giugno, quando Hera si aggiudicò una maxi partnership sui clienti con Ascopiave. A2A, che si presentò con Aim Vicenza e Agsm Verona, uscì sconfitta ma lì iniziò la grande partita sul Nord Est. La società presieduta da Giovanni Valotti in estate ha spinto sull’acceleratore con Verona e Vicenza per diventare partner industriale nella loro fusione e, in quella sede, è riuscita a battere Hera. «Ci voleva una gara, siamo perplessi», ha dichiarato a gennaio il presidente della multiutility bolognese Tomaso Tommasi di Vignano, scatenando una reazione a catena in tutto il Veneto. Così, quando due settimane fa A2A ha rilevato il 4,16% di Ascopiave e quest’ultima ha reagito entrando in Acsm il mercato ha fiutato lo scontro frontale. Al proposito, va precisato che A2A ha raggiunto per prima la soglia rilevante di Ascopiave (il 3%) e dunque volendo potrebbe comprare ancora ed esercitare i diritti di voto, Ascopiave invece non può superare la soglia rilevante di Acsm (il 5% perché è una Pmi).

In ogni caso questo scenario appare più lontano: ieri Acsm a Piazza Affari si è sgonfiata (-9,6%) dopo il +10,6% di mercoledì. In primavera scade il cda di Ascopiave ma per A2A non è scontato riuscire a nominare un consigliere di minoranza visto che la sua mossa, per quanto l’intenzione sarebbe quella di conferire tale quota nella nuova Agsm-Aim, avrebbe compattato l’azionariato veneto. Al tempo stesso in Acsm i Comuni e A2A hanno un patto sul 90% e Ascopiave al massimo può nominare un consigliere e il presidente del collegio sindacale e, forse, creare qualche grattacapo su un potenziale delisting. Meglio concentrarsi su una tregua, potenzialmente più proficua.

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