Imprese

Il piano energetico punta ad azzerare il gap del prezzo gas

Governo al lavoro sulla nuova Strategia energetica nazionale (Sen). Il percorso è iniziato con una doppia audizione alla Camera del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e del ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti. Davanti alle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive, i ministri hanno chiarito i tre obiettivi da centrare: la riduzione del gap di costo dell’energia allineandosi ai prezzi Ue; il rispetto dei target ambientali clima-energia fissati a livello Ue al 2030; il miglioramento della sicurezza di approvvigionamento.

La questione dei costi
Nel corso dell’audizione, il ministro Calenda è anche tornato sulla questione dei costi di sbilanciamento riconosciuti agli operatori, innescando una polemica con il regolatore. «Tra aprile e giugno scorsi - ha detto - hanno comportato un costo addizionale di circa 700 milioni di euro a causa di comportamenti anomali e potenzialmente sanzionabili». Calenda ha chiamato in causa Autorità dell’energia e Antitrust per la lunghezza delle istruttorie con chiusura attesa per il 30 maggio, «gli introiti delle sanzioni - ha aggiunto - dovranno ridurre la bolletta». Risentita la risposta dell’Autorità per l’energia che ha parlato di «dichiarazioni potenzialmente fuorvianti oltre che lesive del corretto svolgimento dei procedimenti giustiziali e regolatori in corso». «Nessuna intenzione di ledere l’indipendenza dell’Autorità - la controreplica del ministro - ma la preghiera di fare presto chiarezza su quanto avvenuto».

Tornando alla Sen, ad aprile, in pratica in coincidenza con il G7 dell’Energia in programma a Roma, dovrebbe essere avviata la consultazione pubblica su un testo completo. La strategia italiana, che rinnoverà quella adottata nel 2013, va inquadrata in un contesto di rilevanti cambiamenti dei trend energetici globali, a partire dal contenimento della crescita dei consumi che nel periodo 2015-2030 è stimata nel 18% contro il 36% registrato nel 2000-2015 (confronto a parità di crescita del Pil).

I risultati
Al 2015 l’Italia era piazzata bene sugli obiettivi relativi all’efficienza energetica, grazie a politiche avviate anche in anticipo rispetto ad altri Paesi in considerazione della sua storica dipendenza dall’import. Meglio della media Ue anche sulle rinnovabili (17,5% di penetrazione nell’energy mix contro il target 17% al 2020) soprattutto per le generose politiche di incentivazione degli anni scorsi, che saranno riviste.Per la riduzione di emissioni di gas serra abbiamo invece superato il target del 10% al 2020 (eravamo al 16% nel 2015) ma restando sotto la media Ue. Nella mappa di posizionamento dell’Italia, spicca l’insuperato problema del prezzo del gas, con un differenziale tra Psv (prezzo di scambio sul mercato italiano) e Ttf (mercato «benchmark» olandese) che resta intorno al 13 per cento. Un gap che il governo intende azzerare intervenendo sul cosiddetto corridoio di liquidità (diritti di transito oggi inutilizzati e che potranno essere messi all’asta) e sui comportamenti di approvvigionamento.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©