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Redditi in Europa: le Regioni italiane non sono teste di serie

Osijek è una cittadina da 108mila abitanti nell’entroterra della Croazia ed è il quarto centro più grande del Paese. Rappresenta il cuore agricolo di una nazione che ha una disoccupazione al 17,8% e conta su un Pil di 58 miliardi di dollari, un trentasettesimo di quello italiano. La Croazia è entrata nella Ue meno di quattro anni fa e il reddito medio dei suoi abitanti è di 16.700 euro all’anno: quello degli italiani è di 27.800. Perché ci interessa tanto Osijek, la sua disoccupazione, il suo potere d’acquisto? Perché chi oggi vive in Calabria può contare esattamente sulla stessa ricchezza di chi abita in questa cittadina croata.
Benvenuti nell’Unione europea a multi-velocità. Altro che spaccatura tra Paesi del Nord e Paesi mediterranei. La frammentazione dentro l’Unione è molto più trasversale. Capita così che un siciliano sia molto più vicino a un greco macedone o a un contadino magiaro che non a un italiano della Lombardia. Il quale, peraltro, a sua volta è più lontano di quanto non creda da chi lavora nella City di Londra o nel centro nevralgico della finanza tedesca, Francoforte.

I dati Eurostat
I dati sulla ricchezza degli europei, regione per regione, arrivano da Eurostat e sono calcolati a parità di potere d’acqusito, per essere effettivamente comparabili fra loro. A chi possono essere paragonate le regioni italiane? L’area più ricca, cioè la provincia autonoma di Bolzano, conta su una ricchezza procapite di 42.400 euro all’anno ed è 23esima nella classifica di tutte le regioni europee: praticamente allo stesso livello dell’austriaca Salisburgo e dell’olandese Groningen, polo culturale tra i più vivi dei Paesi Bassi del Nord.

Della Lombardia si è detto: con 36.600 euro di ricchezza procapite, se la guardiamo rispetto alla Gran Bretagna è più simile alla contea del Cheshire, non lontano da Liverpool, che alla capitale Londra, dove il reddito procapite supera i 167mila euro all’anno, la cifra più alta di tutta l’Unione europea almeno fino a quando la Brexit non si sarà compiuta. Anche rispetto alla Germania la Lombardia non vale quanto la testa di serie - Amburgo, con 59.500 euro - ma piuttosto quanto la Bassa Franconia, oppure la Svevia.

Tra i 35 e i 30mila euro ci sono sei regioni italiane: Valle d’Aosta, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Toscana . Chi vive qui ha una qualità della vita simile ai tedeschi di Hannover, agli inglesi di Bristol e ai catalani di Barcellona, ma anche ai polacchi di Mazowieckie, prima città del Paese a comparire nella classifica.

Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Marche e Abruzzo sono tutte nella fascia 29-25mila euro all’anno. Per loro, il corrispettivo sono la spagnola Rioja, nel Nord del Paese, oppure l’Alsazia francese, ma anche aree decisamente più povere come l’Attica, che ospita la capitale greca Atene, o il Brandeburgo, che un tempo faceva parte della Germania dell’Est, oppure ancora la regione slovena di Zahodna, quella immediatamente alle spalle di Udine e Trieste.

Ma se scendiamo al di sotto dei 20mila euro annui di reddito procapite, allora i paragoni con le aree più decentrate dell’Est Europa si fanno più stringenti. Con 18.200 euro di ricchezza media un pugliese se la gioca alla pari con un macedone e con un abitante della regione di Severozapad, profondo Nord della Repubblica ceca. Mentre Campania e Sicilia , entrambe con 17.600 euro medi, possono contare sulla stessa ricchezza degli abitanti della Lettonia centrale o della puszta ungherese. Senza contare tutte le regioni della cosiddetta Europa emergente che non solo alla Sicilia e alla Campania, ma anche alla Lombardia bagnano il naso: come Praga, dove la ricchezza media annua è di 51.400 euro, mentre a Bucarest è di 39.400.

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