Imprese

Marche in «pole» per Industria 4.0

Il Digital Innovation Hub delle Marche, uno dei primi in Italia, prende forma con «una straordinaria contaminazione tra il sistema delle imprese e il mondo della ricerca e dell'innovazione», come sottolinea Alberto Baban, vice presidente di Confindustria e presidente della Piccola industria di Confindustria, che questa mattina tiene a battesimo il MarketPlaceDay al Palaindoor. «Le grandi aziende sono più avanti nel processo di digitalizzazione – sottolinea Baban –: la nostra missione è di spiegare soprattutto alle imprese più piccole perché interessarsi dei processi di digitalizzazione e come cambierà la loro struttura, cosa sono i competence center e i digital innovation hub, luoghi dove l’imprenditore può trovare le risposte e le competenze necessarie».
Ad Ancona si realizza il primo evento di Digital Innovation Day, un format che Piccola Industria replicherà in più aree del Paese e che Confindustria vorrebbe trasformare in un evento nazionale.

Un hub di relazioni
Le risposte e le competenze gli imprenditori marchigiani le troveranno in un luogo fisico capace di stimolare sinergie, reti e collaborazioni, un vero e proprio hub di relazioni per traghettare le Marche verso l’Industria 4.0, all’interno del quale si sono dati appuntamento università, centri di ricerca, sistema del credito, incubatori e start up, per le quali c’è l’idea di adottare le più innovative e quelle stanziate nelle aree del sisma.
«MarketPlaceDay è un modo concreto di affrontare il 4.0, andando oltre i convegni, utili a declinare i modelli di questa nuova rivoluzione industriale, ma non le azioni sul campo – spiega Diego Mingarelli, presidente della Piccola Industria Marche, che ha supportato Confindustria Ancona nell’organizzazione dell’evento –. Tutti si metteranno in gioco, a cominciare dagli imprenditori, costruendo l’ecosistema dell’innovazione digitale sul territorio». Le Marche sono la seconda regione manifatturiera d’Italia, «ma le nostre imprese oggi sono ancora fragili»: il 90% di quelle sotto i 50 dipendenti sono ancora a bassa digitalizzazione.
Il processo per la nascita del Dih delle Marche andrà avanti velocemente: c’è un impegno sottoscritto dalle associazione territoriali, «un’accelerazione per realizzare un ponte tra impresa, ricerca e finanza».

«L’evoluzione tecnologica è rapidissima e ci obbliga a correre e a investire – conclude Mingarelli –, ripensare i modelli di business e sviluppare progetti di trasformazione industriale attraverso l’accesso alle nuove tecnologie, con l’obiettivo di aumentare la competitività delle nostre imprese e aiutarle a crescere».

Il nodo infrastrutturale
Resta, invece, ancora aperto il nodo infrastrutturale: il digitale funziona con la banda larga, tema che si intreccia con la ricostruzione post terremoto: sono pronti 108,2 milioni per l’attuazione della prima fase del piano, che dovrebbe completarsi entro il 2018, che mette come obiettivo prioritario da raggiungere le infrastrutture pubbliche. «Occorre poi migliorare – garantisce Fabrizio Cesetti, assessore regionale all’Informatica – l’equilibrio tra la copertura delle aree residenziali e quelle industriali, attualmente sbilanciato».

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