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L’interporto di Novara cresce: più ricavi e società insediate

Sono positivi i dati che emergono dall’ultimo bilancio del Centro intermodale merci di Novara (Cim), che ha chiuso l’esercizio 2016 con un valore della produzione a 4,2 milioni di euro (dai 4 milioni del 2015) e margine operativo lordo a 2,1 milioni, «in costante incremento» come sottolineato dal presidente Maurizio Comoli.
Sempre Comoli evidenzia come «questi risultati sono stati raggiunti unitamente a una ulteriore riduzione dell’esposizione debitoria che si attesta a 13 milioni di euro (nel 2009 ammontava a oltre 62 milioni)». Mentre «l’esposizione finanziaria netta della società, considerati i crediti verso lo Stato e le disponibilità liquide, scende a quota 5,3 milioni di euro».

I dati di bilancio
Il Cim di Novara ha chiuso il 2016 con un utile di 83.924 euro, in contrazione rispetto ai 597mila euro del 2015 (ma nel 2014 si erano registrate perdite d’esercizio per 886mila euro).
Al di là dei numeri, il Centro intermodale di Novara è comunque in una fase di sviluppo, come testimonia l’accordo per l’insediamento del polo di manutenzione della tedesca Siemens (il primo al di fuori della Germania, si veda altro articolo in pagina), la crescita del numero di società insediate, l’espansione nell’area Boschetto.

Il quadro imprenditoriale
A oggi sono oltre 40 le società insediate nell’interporto, – una decina quelle nuove insediate nel 2016 con un investimento intorno ai 700mila euro – con una occupazione diretta di 400 persone, che salgono a 750 considerando l’indotto. «Le ricadute per il territorio sono importanti – evidenzia l’amministratore delegato Massimo Groff –, l’impatto occupazionale, che determina un monte retribuzioni di oltre 10 milioni di euro l’anno, è infatti solo uno dei fattori positivi generati dalla presenza del Cim». I benefici riguardano anche la riduzione delle emissioni inquinanti e della incidentalità, e l’attrazione di investimenti. «Un dato oggettivo – ricorda Groff – è l’impatto sull’economia locale, traducibile in 1,7 milioni di euro di ritorno sul Pil regionale per investimenti, oltre mezzo milione di euro di ricadute dirette su fornitori novaresi e 640mila euro di tributi locali».
Il Cim di Novara – che ha come soci principali Finpiemonte (con oltre il 30%), Satap (24,31%), Comune di Novara (16,88) e Sito interporto di Torino (13,8) – è il secondo terminal intermodale a livello nazionale come quantità di treni gestiti (24 coppie di treni al giorno, secondo i dati più recenti) e, insieme al Quadrante Europa di Verona, e all’Interporto di Padova, movimenta la quasi totalità dei Teu complessivi a livello nazionale: 700mila teu all’anno Verona, 300mila Novara, 270mila Padova. Ma il Cim ha a disposizione una superficie di molto inferiore rispetto agli altri due interporti.

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