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Turismo, digitale e ambiente i fattori per crescere

Il 2017 si sta confermando sempre di più come un anno florido per l’industria turistica. Approfittiamone per investire in competitività e per affrontare alcuni nodi strutturali del sistema italiano, visto che grandi concorrenti come la Spagna stanno marciando spediti.

Il piano strategico
Interventi a basso costo, ma ad alta efficacia. Innanzitutto occorre dare piena operatività al Piano strategico varato nei mesi scorsi dal Governo. Il documento contiene le linee guida per Esecutivo, amministrazioni locali e operatori. Va realizzato in ogni sua parte e rapidamente, i primi passi sono già stati fatti ora occorre accelerare, per affrontare in maniera oculata un nodo chiave: la gestione del sovraffollamento di alcune realtà importanti come Venezia o Capri. Non ci possono essere solo limiti e divieti. Dobbiamo invece, da Paese leader dei beni Unesco, esprimere modelli di gestione del territorio che siano efficaci. Per Venezia poi, in particolare, si impone una scelta sul tema delle grandi navi in Laguna. L’Italia dovrebbe favorire lo sviluppo dell’industria crocieristica che peraltro ci vede in posizioni importanti.
Dobbiamo investire al più presto nella salvaguardia dell’ambiente. Non possiamo subire passivamente i cambiamenti climatici. Non è possibile convivere da anni con l’emergenza incendi senza interventi sostanziali.
Sfruttiamo al massimo le potenzialità del tax free shopping fattire chiave di attrattività.
La digitalizzazione è poi un altro banco di prova importantissimo e si accompagna allo sviluppo di nuova imprenditorialità e di formule innovative di fruizione dell’offerta turistica. Dobbiamo recuperare un ritardo strutturale del Paese, è vero. Ma occorre investire rapidamente in questa direzione. Sono stati fatti passi importanti negli ultimi tempi. Dobbiamo accelerare, per conquistare i grandi mercati come Cina e India.
Serve poi una chiarificazione sul tema degli affitti turistici diffusi che sta riguardando una parte cospicua del patrimonio immobiliare. Questa problematica incrocia anche la valorizzazione dei borghi, ad esempio. Bene anche il fatto che una fetta di patrimonio pubblico venga recuperato all’interno di progetti di sviluppo turistico ad alto beneficio ambientale, come i cammini.
Occorre poi un massiccio investimento coordinato di promozione sui mercati internazionali e sul mercato domestico. Milioni di italiani viaggiano all’estero. Forse dovrebbero conoscere meglio anche l’Italia ma occorre dare occasioni mirate, opportunità. In questo senso il modello Milano può costituire un elemento di riferimento.

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