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Fondi Interreg, Italia in prima fila nella cooperazione territoriale europea

C’è chi è alla prima edizione, come Adrion. Il Programma di cooperazione transnazionale crea un ponte virtuale sui mari Adriatico e Ionio tra Italia, Slovenia, Croazia, Grecia che fanno già parte della Ue e Albania, Serbia, Montenegro e Bosnia Erzegovina, ancora nella fase di preadesione. O chi, come quello transfrontaliero Italia-Francia Marittimo, ha ampliato progressivamente il proprio raggio di azione e ora finanzia il gioco di squadra nel cuore del Mediterraneo tra Toscana, Liguria, Sardegna, Corsica e i dipartimenti francesi delle Alpi-Marittime e del Var. Territori di Stati diversi non concorrenti, ma alleati per condividere sfide e obiettivi comuni per progetti senza frontiere.

I programmi
In tutto sono 19 i Programmi di cooperazione territoriale europea a partecipazione italiana per il periodo 2014-2020. Fanno parte della grande famiglia che in gergo viene chiamata Interreg, declinata in transfrontaliera, transnazionale e trasregionale per risorse complessive di 2,9 miliardi. La macchina organizzativa è in moto già dal 2015 dopo l’ok della Commissione Ue ed è partita con ritmi diversi nei vari Programmi, ma entro fine anno sarà pienamente operativa per tutti. Finora, infatti, 18 su 19 hanno pubblicato almeno un bando relativo a proposte progettuali per un totale di 29 avvisi, mentre quello transfrontaliero Eni Italia-Tunisia (dove Eni sta per European Neighbourhood instrument, ovvero Strumento europeo di vicinato ) lo lancerà a breve. Restringendo il focus sulla tipologia sono stati pubblicati 14 bandi nell’ambito della cooperazione transfrontaliera, 9 in quella transnazionale e 6 in quella interregionale. L’Italia gioca un ruolo di primo piano per il numero di programmi di cooperazione territoriale in cui è coinvolta, per la loro gestione e realizzazione. Sui 636 progetti approvati finora, infatti i capofila del nostro Paese sono 295, mentre degli oltre 4mila partner ammessi ben 1.462 sono italiani. Non solo. In dieci Programmi le Autorità di gestione sono regioni italiane.

Fondo europeo di sviluppo regionale
I Programmi vengono finanziati dal Fondo europeo di sviluppo regionale, insieme a Ipa (per i territori di Paesi in fase di preadesione alla Ue) o a Eni (nel caso dei programmi Italia Tunisia e Cbc Med), oltre a una quota nazionale. A differenza degli altri Programmi Ue la loro gestione, così come la partecipazione ai progetti deve avere un carattere transfrontaliero, transnazionale o transregionale, a seconda dei casi. A farne richiesta possono essere amministrazioni pubbliche, agenzie di sviluppo regionale, Pmi e grandi imprese, camere di Commercio, Ong e Università e le maggiori risorse vengono destinate alla protezione dell’ambiente, alla ricerca e all’innovazione e al miglioramento della capacità istituzionale. «Il valore aggiunto - sottolinea Chiara Sumiraschi, economista di Gruppo Clas - è proprio la capacità di fare rete. Questo è un aspetto che le Pmi e e le microimprese italiane non dovrebbero sottovalutare perché potrebbero trasferire l’esperienza anche in altri settori e utilizzare le competenze acquisite per avere una carta in più quando si proiettano sui mercati internazionali».
La cooperazione territoriale europea rappresenta dunque l’elemento centrale per la costruzione di uno spazio comune europeo. Un pilastro dell’integrazione tra i Paesi membri che si celebra ogni anno dal 2012 il 21 settembre con la Giornata europea della cooperazione. In occasione della sesta edizione l’Agenzia per la coesione territoriale organizza per la prima volta in Italia una Conferenza internazionale dal titolo “Cooperazione territoriale e politiche di coesione: tra risultati e prospettive” che si terrà a Roma al Museo nazionale delle arti del XXI secolo. Un momento di riflessione e scambio di buone pratiche, anche in vista della nuova tornata di programmazione dopo il 2020 che dovrà fare i conti con la Brexit.

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