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Il rischio che prevalga la valutazione politica

Milano ha quasi tutte le carte in regola per ospitare la nuova sede dell’Agenzia europea per il farmaco (Ema). Ma il clima che si respira a Bruxelles in queste settimane sembra allontanare sempre di più la meta per il capoluogo lombardo. La candidatura di Bratislava, nonostante tutte le carenze e le perplessità, sta prendendo sempre più consistenza, sulla base di un ragionamento squisitamente politico, portato avanti innanzitutto da Berlino, ma anche da altri governi come quello austriaco, e dalla stessa Commissione europea. L’obiettivo è «rompere il fronte di Visegrad», il gruppo di quattro paesi dell’Est (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia). Assegnare l’Ema alla capitale slovacca, escludendo fior di candidati come Milano, Barcellona o Amsterdam, è considerata una moneta di scambio reale, in grado di allontanare sempre di più il Paese dal blocco Est che non perde occasione per attaccare l’Unione e per mettere in discussione i principi, condivisi, dello Stato di diritto. I limiti oggettivi e logistici della capitale slovacca possono essere superati agevolmente, tenendo conto anche del fatto che Vienna dista meno di un’ora di auto e dall’aeroporto ogni ora parte un bus per Bratislava.
A rafforzare questa linea ha provveduto anche il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, che nel discorso sullo stato dell’Unione due settimane orsono, ha mandato messaggi espliciti sia alla Polonia che all’Ungheria, sui migranti («mi rattrista constatare che la solidarietà non è condivisa tra tutti gli Stati membri») e sullo Stato di diritto: «In Europa la forza della legge ha sostituito la legge del più forte» ha detto, ricordando che «la legge e la giustizia sono esercitate da una magistratura indipendente». La decisione, salvo sorprese, sarà presa dai governi e adottata dal Consiglio Affari generali in calendario il 20 novembre a Bruxelles dopo una prima discussione nella riunione di ottobre. Milano e l’Italia, dunque, devono mettere in conto una possibile delusione. Ma questo non vuol dire che non si possa guardare oltre. Tutto lo sforzo compiuto per promuovere il ruolo e l’immagine della città non deve andare sprecato. Ci sono altre partite da giocare, a cominciare dalle due nuove agenzie annunciate da Juncker: quella sulla cybersicurezza e soprattutto «l’autorità del lavoro comune, garante dell’equità del nostro mercato unico». Perdere l’Ema può diventare un credito verso i partner da spendere meglio più avanti.

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