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Codice dell’amministrazione digitale, dal Consiglio di Stato «sì» con condizioni ai ritocchi

Il codice dell’amministrazione digitale (Cad) si prepara a ricevere l’ennesima modifica. La seconda in due anni. Si tratta di un altro intervento di peso, dopo quello dettato dalla riforma Madia e tradottosi nel decreto legislativo 179 dell’anno scorso. Il nuovo lifting del codice ha ricevuto ieri il via libera del Consiglio di Stato, che ha espresso un articolato parere. Nel frattempo il medesimo testo è all’esame delle commissioni parlamentari. Una volta che anche le Camere si saranno pronunciate - devono farlo entro il 23 ottobre - il provvedimento ritornerà al Consiglio dei ministri per l’approvazione definitiva.
Tempi stretti, dunque, per una serie di ritocchi al codice (il decreto legislativo 82 del 2005) imposti dalla necessità di accelerare l’attuazione dell’agenda digitale e dall’esigenza di mettere a disposizione di cittadini, professionisti e imprese strumenti adeguati per porli in condizione di dialogare con la pubblica amministrazione, rendendo così effettivo il diritto di cittadinanza digitale.

Il domicilio digitale
A cominciare dal domicilio digitale, già previsto dal Dlgs 179 e che le novità in arrivo declinano in maniera più puntuale. Ciascun cittadino potrà eleggere il proprio domicilio digitale da iscrivere nell’indice nazionale dei domicili digitali e attraverso di esso effettuare le comunicazioni con la pubblica amministrazione.
Quella che per i più è una possibilità, per i professionisti iscritti in Albi ed elenchi e per le imprese diventa un obbligo: dovranno dotarsi - secondo le nuove modifiche al Cad - il proprio domicilio digitale da iscrivere in un indice nazionale ad hoc.
Le comunicazioni attraverso il domicilio digitale equivalgono, quanto al momento della spedizione e del ricevimento, alla raccomandata con ricevuto di ritorno e alla notificazione a mezzo posta. L’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) provvederà, una volta completata l’Anagrafe della popolazione residente, a trasferire in quest’ultimo elenco tutti i domicili digitali. Anche questa è una novità, perché si sgancia la partenza del domicilio digitale dall’Anagrafe, che è ancora di là dall’essere realizzata e non si ha idea di quando arriverà.

La comprensibilità del Cad
Per il Consiglio di Stato gli obiettivi previsti sono condivisibili, ma ci sono alcuni aspetti a cui prestare particolare attenzione. Intanto, la comprensibilità del Cad: i diversi interventi l’hanno «di non agevole lettura» e, pertanto, è necessari a «una complessiva opera di semplificazione e coordinamento». Inoltre, alcune nuove disposizioni per diventare operativa avranno bisogno di ulteriori provvedimenti attuativi, alcuni dei quali spetteranno all’Agid, che accresce le proprie competenze. I giudici di Palazzo Spada invitano, dunque, il Governo a fare in modo che l’Agenzia possa effettivamente garantire la realizzazione dei nuovi compiti.

Il parere del Consiglio di Stato

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