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Ilva, rottura tra Governo e Puglia

Dopo lo strappo del 9 ottobre, quando la proposta di Am Investco Italy sull’Ilva fu giudicata «irricevibile» da Governo e sindacati, riprende oggi alle 11,30 al Mise la trattativa sugli aspetti occupazionali, industriali e ambientali connessi al passaggio dell’azienda dall’amministrazione straordinaria al nuovo investitore.
I sindacati chiedono un cambio di passo e una discontinuità forte rispetto al 9 ottobre, ovvero nessuna riproposizione degli esuberi (4mila sui 14.200 addetti totali) e nessun azzeramento delle posizioni contrattuali maturate dai lavoratori. Se Am Investco farà un’apertura su questo doppio fronte, dicono i sindacati, la trattativa, pur molto complicata, potrà avviarsi, altrimenti ci sarà un nuovo strappo. E in queste settimane i «pontieri» dovrebbero aver lavorato su questo terreno. Anche perché il clima resta teso e basta poco perché si surriscaldi ulteriormente.

Il confronto
L’Usb, per esempio, oggi effettuerà 24 ore di sciopero, ripetendo così la scelta di marcare ogni seduta di trattativa con una protesta. E oggi (doveva essere ieri ma è stato rinviato per un problema tecnico) Taranto e l’area dell’Ilva saranno sorvolate dalle 11 alle 12 da un bimotore ingaggiato dai sindacati per richiamare lo stato dell’indotto (il velivolo trascinerà infatti uno striscione con la scritta «Indotto Ilva=Zero Garanzie»). Oltre 7mila lavoratori e 340 imprese, rilevano i sindacati, per i quali non c’è garanzia di continuita operativa col passaggio. A questo si aggiunge l’esito negativo del confronto di ieri pomeriggio al Mise tra il ministro Carlo Calenda, il governatore pugliese Michele Emiliano e il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, presente anche il vice ministro Teresa Bellanova. Il Governo ha proposto la convocazione di un tavolo istituzionale permanente di aggiornamento e di consultazione con le autorità locali con la partecipazione di Arcelor Mittal su tutti gli aspetti del piano ambientale e industriale e sulle connesse ricadute sul territorio e sull'indotto.

Le reazioni di Regioni e Comuni
«Il Governo – commenta Emiliano – ritiene che la presenza della Regione e del Comune non siano necessarie al tavolo dell’intesa sindacale. Prendiamo atto della situazione con rammarico ma anche con rispetto. I sindacati preferiscono la nostra presenza ma il Governo non la vuole. Si prenda così la responsabilità di non avere al tavolo l’aiuto di Regione e Comune».

Per il sindaco Melucci, «il Governo era solo propenso a darci un tavolo a latere, che avrebbe anche discusso con l’aggiudicatario, ma senza interfacciarsi e connettersi con quello tra Am Investco, sindacati e Governo. Due tavoli separati con quest’ultimo più importante del nostro. Ma noi a fare passerelle non siamo disponibili».

Secondo il sindaco di Taranto, «il ministro Calenda ha avuto verso di noi uno spirito più collaborativo, almeno così mi è parso, mentre non altrettanto devo dire del vice ministro Bellanova che ha stoppato ogni possibilità».

Regione che Comune hanno confermato che impugneranno al Tar del Lazio il decreto relativo al nuovo piano ambientale Ilva. Il Mise ha sottolineato come il piano «oltre a prevedere investimenti ambientali per circa 1,2 miliardi di euro, accelera i tempi di copertura dei parchi maggiori, aggiunge tra gli obblighi la copertura di gran parte dei parchi minori e limita la capacità produttiva dello stabilimento a 6 milioni di tonnellate fino al completamento del piano».

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