Imprese

Procurement innovativo, la nuova frontiera della spesa pubblica locale

di Alessandro Vitiello

Ogni anno in Europa 250mila autorità pubbliche spendono circa il 14% del Pil per acquistare lavori, servizi e forniture. Questo dato basta per comprendere l’attenzione che tutti i Paesi Ue, pur con alterne fortune, danno al «public procurement», tema che nei prossimi anni avrà un peso sempre crescente sull’andamento delle economie nazionali.

La bozza in consultazione
L’agenzia per la Coesione territoriale ha aperto la consultazione pubblica sulla bozza di «Action plan europeo sull’innovation procurement», documento sviluppato da una delle 12 partnership tematiche tra città, Stati membri e istituzioni europee in cui si articola l’agenda urbana. I risultati sarano consegnati alla Commissione europea per promuovere un procurement innovativo.
Il documento si sviluppa su tre aree tematiche:
1) costruzione di una strategia di procurement e di gestione del procurement denominato strategico;
2) sviluppo di un rapporto con gli operatori economici, utilizzare il mercato potenziale e avvicinarlo al compratore;
3) mettere a disposizione una guida sugli strumenti legali e incrementare le competenze sul procurement innovativo e sostenibile.
Per ognuno dei temi sono stati identificati potenzialità e possibili ostacoli, quindi sviluppate sette azioni che si rispecchiano nel «Public feedback paper», cioé aperte ai feedback degli stakeholders. Ogni capitolo nel documento è provvisto di un diagramma indicante le interazioni tra le varie azioni.
Costruire una strategia:
va aumentata la consapevolezza del fatto che attraverso un utilizzo manageriale del procurement pubblico si possono raggiungere «gli obiettivi sociali economici e ambientali delle città».
Misurare la spesa e il suo impatto nelle città: ammonta al 14% del Pil europeo il valore del procurement pubblico delle città. Ecco perché è essenziale analizzare questa spesa, individuandone il peso specifico da un punto di vista economico, ambientale e di sviluppo sociale. Necessaria la condivisione dei dati tra le stazioni appaltanti.
Procurement innovativo: le municipalità hanno bisogno di rinnovare i processi di procurement. Rientrano nella categoria del procurement innovativo quello sovranazionale, il procurement d’innovazione e quello circolare. C’è da affrontare, però, come sempre nei processi innovativi, il rischio costi senza ottenere risultati sicuri.
Sviluppare relazioni con gli operatori economici: spesso tra stazione appaltante e mercato di riferimento c’è poca comunicazione. Necessaria specialmente quando ai fornitori sono chiesti prodotti ad alto contenuto innovativo talvolta non ancora disponibili in larga scala sul mercato.
Fornire orientamento sugli strumenti legali e incrementare le competenze: spesso stazioni appaltanti e imprese temono le procedure di public procurement, soprattutto quello innovativo, perché non le conoscono a sufficienza. È necessario, quindi, diffondere meglio le direttive europee e curare la formazione degli stakeholders coinvolti.
Sviluppo di un concept flessibile e customizzabile per centri di competenza local e: come in altri ambiti, contano le dimensioni degli enti interessati. Le competenze dei funzionari locali per il procurement possono essere sensibilmente diverse. Cosi come anche quelle delle imprese. Lo sviluppo di un «concept» per un centro di competenza locale è l’obiettivo della partnership.
Creare competenza nel procurement circolare: tutti in Europa parlano di «economia circolare». Nel progetto d’azione pubblicato di recente dalla partnership per la Urban Agenda è scritto, appunto, che il procurement pubblico «può essere usato come uno strumento per raggiungere gli obiettivi di policy delle città».

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