Imprese

Gli appalti innovativi al centro della strategia a tre teste Agid-Confindustria-Regioni

di Alessandro Vitiello

Costruire un sistema strategico di appalti pubblici, digitale e intelligente, ma soprattutto funzionale alla crescita del Paese, che garantisca risparmi alla Pa e valorizzi competenze e capacità d’innovazione degli stakeholders. È il principale obiettivo scritto nero su bianco nel protocollo d’intesa firmato mercoledì scorso da Agid, Confindustria e Conferenza delle Regioni, con la fondamentale collaborazione dell’Istituto per l’innovazione e la trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale - Itaca.
Alla base, oltre alle date enormi capacità di acquisto/spesa, c'è anche la consapevolezza delle potenzialità della Pa, spesso inespresse, di proporsi innanzitutto come soggetto aggregatore di interessi pubblici e privati, quindi di essere traino per le imprese e stimolo per lo sviluppo dei territori.

Conoscere per fare
La conoscenza, come sempre, è la base di partenza. E il protocollo Agid-Confindustria-Regioni prevede innanzitutto iniziative per diffondere tra le imprese la conoscenza delle regole e degli strumenti tecnici, amminsitrativi, finanziari, così da stimolarne la partecipazione alle procedure di gara innovative introdotte dal Codice dei contratti.
Appalti pre-commerciali, partenariato per l'innovazione, dialogo competitivo, procedura competitiva con negoziazione: questi alcuni degli istituti grazie ai quali le pubbliche amministrazioni possono cambiare approccio verso il mercato. Strumenti concepiti per favorire il dialogo con le imprese e con il mondo della ricerca, che rendono le procedure di acquisto più agili e che agevolano risparmi di spesa. Lasciando agli stakeholders economici la libertà di immaginare iter e proporre «risposte differenti e multidisciplinari ai fabbisogni d’innovazione dell’amministrazione, valorizzando competenze e professionalità».
Un vero e proprio cambio di strategia, insomma, orientato anche dalla Commissione europea sulla base della convinzione che la domanda pubblica (che si manifesta negli appalti) sia un formidabile «fattore di stimolo degli investimenti dell’economia reale».

Confindustria
In base al protocollo, gli imprenditori attiveranno un piano di sensibilizzazione del sistema confederale per diffondere l’iniziativa; promuoveranno informazione e sensibilizzazione di imprenditori e manager affinché si diffonda nel sistema produttivo italiano la consapevolezza dell’importanza dell'utilizzo del Pcp (pre-commercial procurement) e del Ppi (public procurement innovation) , nonché del Ppi of innovative solutions; la relativa formazione professionale del capitale umano delle aziende e delle associazioni del sistema confederale.
Ancora, agli imprenditori competerà la mappatura delle best practices, la collaborazione per la creazione di una piattaforma digitale con le informazioni relative alla domanda e all'offerta di innovazione e sviluppo. Infine, un piano di comunicazione.

Agid
Oltra alle innumerevoli attività di supporto, all’Agenzia per l’Italia Digitale competerà costruire la stregia generale e adottare strumenti essenziali come per esempio i modelli di appalti (sempre nei limiti della legge) e nel rispetto delle competenze e della programmazione regionali.
Realizzerà poi una piattaforma di servizi digitali per amministrazioni e operatori, nell'ambito dell'azione di sistema Italia Login (Pon Governance 2014-2020), che «supporti l'utilizzo degli appalti pubblici di innovazione strategicamente orientati per stimolare la modernizzazione dell'amministrazione e l'innovazione dell'offerta».

Le Regioni
Alla Conferenza delle Regioni, tramite le sue articolazioni (a partire da Itaca), spettano:
- azioni di promozione della cultura degli strumenti di procurement innovativo presso i soggetti aggregatori e la Pa; l'organizzazione di seminari e convegni per divulgare e sensibilizzare sull’innovazione nella Pa e sulle opportunità offerte dal protocollo firmato mercoledì scorso.

Il protocollo Agid-Confindustria-Regioni

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