Imprese

Turismo, 6 Regioni al lavoro per i cammini interregionali

di Daniela Casciola

Sei Regioni (Toscana, Liguria, Emilia Romagna, Umbria, Marche e Lazio) al lavoro per creare una rete di cammini interregionali e promuoverla attraverso la costruzione di un prodotto turistico complesso. Un lavoro di squadra che coinvolge circa 200 Comuni.
Il tema è stato al centro di un convegno nel corso del quale sono stati individuati 5 cammini interregionali “pilota” (Via Lauretana, Via degli Dei, I Cammini di Francesco, Via Matildica del Volto Santo, Via Clodia) e quattro ambiti operativi e strategici: manutenzione, accoglienza, promozione e governance, su cui tutti gli attori per ogni singolo cammino (Regioni, Comuni, Associazioni) hanno potuto confrontarsi per una strategia comune.
I contributi dei partecipanti e gli impegni presi dalle Regioni confluiranno, alla fine dei lavori, nella “Carta di Spineto” che segnerà le future linee guida per le azioni sui cammini dell'Italia centrale. Il passo successivo sarà la proposta formale di un protocollo d'intesa tra le Regioni dell'Italia centrale con cui sistematizzare le collaborazioni sui cammini.

Governance e territorio
Il core del progetto punta a una governance coopertiva con una cabina di regia unica tra le regioni coinvolte, con incontri periodici e normative condivise su ricettività, ristorazione e criteri di manutenzione. A supporto, l'idea di un osservatorio permanente in collaborazione tra Ministero, Università e Regioni che aiuti a monitorare gli aspetti sui dati socio economici in modalità open data, numeri per capire quali indicatori utilizzare per misurare lo sviluppo locale e la percezione del benessere.
Conta poi la consapevolezza degli abitanti locali, attraverso una sensibilizzazione del territorio nel senso più ampio (popolazione, imprese, associazioni) per promuovere la cultura dell'ospitalità, anche attraverso la formazione. Interessante spunto, quello di un censimento dei potenziali fornitori di servizi erogati da privati (culturali, economici, di trasporto) al fine di integrare l'offerta pubblica e privata.

Gestione e associazioni
I cammini saranno inseriti nei piani urbanistici comunali per garantire la loro percorribilità nel tempo e con una gestione condivisa tra pubblico e privato. Oltre alla definizione di una segnaletica uniforme, è stata avanzata l'idea di una georeferenziazione del percorso in coerenza con il tracciato storico.
Molteplici e innovative le proposte riguardanti le associazioni: dall'idea di identificare volontari come “custodi” del cammino in un costante dialogo con gli enti locali, a quella di istituire in via sperimentale “adozioni” di tappe da parte di privati e associazioni, che possano contribuire alla corretta manutenzione del percorso.

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