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Capitale europea dell’innovazione, nessuna italiana tra le finaliste

di Giancarlo Terenzi

Atene è la capitale europea dell'innovazione 2018. Il premio, finanziato da Horizon 2020 programma quadro europeo per la ricerca e l'innovazione 2014-2020 a gestione diretta della Commissione europea, giunto alla quarta edizione, ricompensa la città che adotta il miglior ecosistema innovativo per collegare cittadini, organismi pubblici, università e imprese. In passato aveva visto vincitrici Barcellona (2014), Amsterdam (2016) e Parigi (2017) con Milano e Torino tra gli 8 finalisti nel 2016.

Il contesto
Al bando potevano candidarsi le città europee con almeno 100mila abitanti o di un Paese associato a Horizon 2020 (Albania, Bosnia-Erzegovina, Fær Øer, Islanda, Israele, Macedonia-FYROM, Moldavia, Montenegro, Norvegia, Serbia, Svizzera, Turchia). Riservato a progetti avviati dal 1° gennaio 2017, già conclusi o ancora in corso.
Obiettivo incoraggiare iniziative che prevedono il concreto coinvolgimento della cittadinanza e di premiare città che:
- agiscono da banco di prova per soluzioni innovative a sfide locali rilevanti;
- includono tali soluzioni nelle loro politiche quotidiane;
- permettono ai cittadini di contribuire ed usufruire di queste soluzioni.
Le città sono valutate nel loro insieme, considerandone contesto, autorità municipali, cittadini, organizzazioni e strutture pubbliche come un'unica piattaforma capace di stimolare la crescita e lo sviluppo della creatività e dell'innovazione. Dovendo dimostrare, quindi, di saper sperimentare nuovi concetti, processi, strumenti e modelli di governance; coinvolgere i cittadini nel processo innovativo; espandere l'attrattività della città così da diventare un modello; valorizzare l'ecosistema locale con pratiche innovative.

Il progetto Atene
Tra le 6 finaliste è risultata vincitrice Atene, che ha ricevuto un premio di un milione di euro, mentre alle altre 5 finaliste vanno 100mila euro ciascuna da utilizzare per finanziare attività innovative a livello locale e collaborare con altri centri urbani.
Ha vinto il progetto di Atene (premio di un milione, mentre le altre cinque finaliste - Aarhus, Amburgo, Lovanio, Tolosa e Umeå - hanno ricevuto 100mila euro), che è l'esempio del fatto che una città che affronta diverse sfide può raggiungere grandi risultati. Attraverso l'innovazione ha trovato nuove idee per ribaltare la crisi economica e sociale in atto aiutando la comunità locale a produrre cambiamenti e aprirsi al mondo. Tra le innovazioni promosse il progetto Polis per rivitalizzare gli edifici abbandonati fornendo piccoli sovvenzioni, la ristrutturazione del mercato pubblico storico Kypseli per creare un nuovo spazio per l'imprenditoria sociale, la realizzazione di Serafeio, un particolare playground per ospitare una serie di iniziative e un nuovo spazio per eventi, il progetto Curing the Limbo per offrire a rifugiati e migranti la possibilità di connettersi con gli altri residenti, il Consiglio digitale per offrire corsi di formazione per l'alfabetizzazione digitale e la tecnologia civica, nonché per promuovere contenitori intelligenti per il riciclaggio, la campagna di Atene dove i volontari parlano del presente e del passato della città ai turisti che visitano.

Riflessioni
Ancora una volta stiamo a registrare le opportunità che il sistema Paese nel suo complesso non riesce a cogliere e che, guarda caso, coinvolgono sempre le città come è stato anche in occasione dell'assegnazione dei recenti premi europei per le Azioni innovative urbane, per il Clima e energiam, ma anche per i RegioStars 2018 (si veda il Quotidiano degli enti locali e della Pa del 22 ottobre 2018)
Ma come è possibile che in presenza di una cronica carenza di fondi le città, almeno quelle con una maggiore capacità progettuale e di governance, non siano stimolate a investire su progetti credibili in grado non solo di competere, ma anche di arrivare fino in fondo e qualche volta aggiudicarsi anche gli importanti premi in denaro messi in palio?
Eppure innovazione, clima, ambiente, energia sono temi ricorrenti presenti nelle strategie e negli obiettivi di ogni amministrazione cittadina. Deficit di progettualità, di governance, mancanza di informazione, rinuncia per la complessità nella costruzione del progetto, difficoltà ad accettare la competizione con i pari competitor europei, meglio ricercare allora la via nazionale dove le risorse anche qui sono difficili da ottenere, ma una volta raggiunte non hanno gli stringenti vincoli europei.
I siti web di Anci, Act e OpenCoesione potrebbero dedicare, all'interno delle loro home page, una sezione permanente alla diffusione di queste opportunità che, almeno per gli ultimi due, doveva essere previsto fin dalla loro nascita. Infine, cosa aspettano il Pon Governance e capacità istituzionale e il l Pon Metro, questo ultimo all'interno del nuovo poc, a valutare la possibilità di acquisire il trasferimento di buone pratiche esterne, come pure faceva, modificando in senso estensivo il troppo ingessato quadro costruito intorno a Open Community PA?

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