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Banda ultra larga, zero servizi in 138 Comuni anche se l’infrastruttura è completata

di Alessandro Vitiello

In ben 138 Comuni nei quali è stata completata la stesura della banda ultra larga nessun operatore di telecomunicazioni ha attivato fornitura di servizi agli utenti. La notizia, emersa il 29 novembre scorso all’ultima riunione del comitato di indirizzo e monitoraggio Infratel, cui competono l’indirizzo strategico e la verifica degli obiettivi prefissati nel piano Bul, ha messo fortemente in allarme i Comuni.

L’avanzamento del piano Bul
L’implementazione della banda ultra larga nelle aree bianche del Paese (in economia dette «a fallimento del mercato»), cioé quelle in cui l’allocazione dei beni e dei servizi effettuata tramite il libero mercato non è efficiente, giovedì 29 novembre scorso era all’ordine del giorno assieme allo stato di avanzamento dei lavori per l’attuazione del progetto Bul 2018-2020, del SINFI (il catasto delle infrastrutture del sottosuolo) e del piano di potenziamento del programma WiFi.Italia.It .
Sulle aree bianche, appunto, la notizia è che in 138 Comuni a intervento diretto l’infrastruttura è stata completata, ma nessun operatore di Tlc ha attivato la fornitura di servizi agli utenti, perché anti economica. Il che, però, significa privare cittadini e imprese di quello che si sta dimostrando già da anni come uno dei più formidabili acceleratori di sviluppo: un elevato livello di connettività.
In allarme le Regioni e maggiormente i Comuni, le cui associazioni più rappresentative, Anci e Uncem, segnalano da tempo come lo snodo cruciale in tutte le aree bianche del Paese, nelle quali gli investimenti in corso per realizzare le nuove reti ammonta a 3,5 miliardi, sia «avere garanzie dagli operatori che venderanno i pacchetti ai cittadini e alle imprese, affinché la fibra sia veramente accesa, utilizzata, resa fruibile per consentire il passaggio di dati ad altissima velocità».

L’allarme degli enti
Ecco perché Anci e Uncem presto chiederanno al ministero dello Sviluppo economico di attivare al più presto «voucher» che sostengano la domanda.
Determinanti i servizi pubblici che gli enti sapranno offrire omogeneamente in tutti i territori, così consentendo la vera digitalizzazione del Paese. «Abbiamo apprezzato le dichiarazioni del Ministro Bongiorno - sottolineano in un comunicato di ieri Michele Pianetta, vicepresidente dell’Anci Piemonte e Marco Bussone, presidente dell’Uncem - che nel presentare il nuovo piano Agid evidenzia che particolare attenzione sarà data ai piccoli enti».
«La digitalizzazione - aveva commentato la ministra - deve riguardare anche le piccole realtà dei Comuni di montagna, non basta soltanto discuterne. Se parliamo di robot e tecnologia 5G quando poi ci sono dipendenti che non possono neanche parlare al telefono, non ci siamo». Insomma, come chiedono Anci e Uncem, si deve procedere velocemente e partire dagli enti più piccoli, dalle aree interne, con un’azione «complessa e precisa che tocchi telefonia mobile, tv e nuovi servizi digitali sulle nuove reti in fibra ottica».

Sinfi e Wi-Fi Italia
Il Sinfi, o catasto delle infrastrutture, è lo strumento identificato per il coordinamento e la trasparenza per la nuova strategia banda larga e ultralarga. Tra i compiti c’è quello di favorire la condivisione delle infrastrutture, con una ordinata gestione del suolo (sotto e sopra), e anche offrire un unico cruscotto che gestisca con efficienza e monitori tutti gli interventi.
Consentire a tutti la connessione gratuita e semplice a una rete WiFi libera e diffusa su tutto il territorio nazionale è lo scopo del progetto Wi-Fi Italia. Obiettivo possibile grazie a una «app» per dispositivi mobili che permette a ciascun utente di accedere in maniera trasparente e immediata a tutta la federazione di reti Wi-Fi Italia e di usufruire sia della connettività che dei contenuti e dei servizi dell'ecosistema Turismo che nel tempo saranno disponibili.

L’elenco dei 138 Comuni senza servizi Bul

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