Amministratori

Rinviato l'associazionismo obbligatorio, Anci e Upi propongono la volontarietà incentivata

di Paolo Canaparo

Tra le disposizioni del capitolo dedicato agli enti locali del decreto Semplificazioni spicca l'ennesima proroga del termine – ora dal 30 giugno al 31 dicembre 2019 - decorso il quale diventa obbligatoria la gestione in forma associata delle funzioni fondamentali da parte dei piccoli Comuni. La proroga è concessa nelle more della conclusione dei lavori del tavolo tecnico-politico istituito presso la Conferenza Stato-città per la redazione di linee guida finalizzate non solo al superamento dell'obbligo di gestione associata delle funzioni ma anche all'avvio di un percorso di revisione organica della disciplina sull'ordinamento delle province e delle Città metropolitane e sulla semplificazione degli oneri amministrativi e contabili a carico dei Comuni, soprattutto di piccole dimensioni.

L'associazionismo obbligatorio
Il vincolo impone ai Comuni con meno di 5mila abitanti ovvero fino a 3mila se appartengono o sono appartenuti a Comunità montane, di esercitare obbligatoriamente in forma associata le proprie funzioni fondamentali mediante Unione o convenzione (articolo 14, comma 28, del Dl 78/2010).
Sono esclusi i Comuni il cui territorio coincide integralmente con quello di una o di più isole e il comune di Campione d'Italia. Il termine per l'esercizio in forma associata di tutte le funzioni fondamentali era stato fissato inizialmente al 1° gennaio 2014 dal Dl 95/2012 (articolo 19, comma 1, lettera e)), che ha sostituito l'originario comma 31, articolo 14, del Dl n. 78/2010 con i commi 31, 31-bis, 31-ter e 31quater. Il comma 31-ter prevede termini differenti in relazione al numero di funzioni da svolgere in forma associata: 1° gennaio 2013 con riguardo ad almeno tre delle funzioni fondamentali (lettera a); 30 settembre 2014, con riguardo ad ulteriori tre delle funzioni fondamentali (lettera b); 31 dicembre 2014 – termine in precedenza fissato al 1° gennaio 2014 (originaria lettera b) e più volte oggetto di proroga - al complesso delle funzioni (lettera b-bis).
Dopo diverse proroghe, infine, l'articolo 1 , comma 1.120 , lettera a) della legge n. 205/201 7 ha fissato al 30 giugno 2019 il termine ultimo per l'esercizio associato delle funzioni fondamentali, che ora è spostato al 31 dicembre prossimo dal Dl Semplificazioni.

La situazione al momento
Per i Comuni che hanno l'obbligo della gestione associata, comunque, rimane valida la previsione di dar corso entro il 30 settembre 2014 alla gestione associata di almeno 6 funzioni fondamentali, come previsto dalla le ttera b), comma 31-ter, dell'articolo 14 del Dl 78/2010, non progato.
La mancanza di sanzioni per i Comuni inadempienti è stata colmata in sede di conversione del Dl 95/2012 (articolo 19, comma 1), che ha aggiunto all'articolo 14 del Dl 78/2010, il comma 31-quater, prevedendo che : «in caso di decorso dei termini di cui l comma 31-te r, il piefetto assegna agli enti inadempienti un termine perentorio entro il quale provvedere. Decorso inutilmente detto termine, trova applicazione l'articolo 8 della legge 5 giugno 2003 n. 131, ovvero il potere sostitutivo esercitato da un Commissario ad acta» . Con intese raggiunte in sede di Conferenza Unificata, inoltre, sono state definite le modalità di ripartizione dei fondi statali da erogare alle Regioni per il sostegno dell' associazionismo comunale, come già disposto dal decrto Interno del 10 settembre 2000 n. 318. I fondi vengono ripartiti tra le diverse Regioni che, annualmente, ne fanno richiesta e presentano la prescritta documentazione.

Le proposte di riforma
L' Anci vorrebbe sostituire l'obbligo della gestione associata delle funzioni con il principio di «volontarietà incentivata», che tenga conto dell'autonomia e dell'eterogeneità dei territori. La stessa associazione propone di definire a livello locale gli ambiti territoriali più adeguati per le gestioni associate, tenendo conto della diversità dei territori e rispettando l ' autonomia dei sindaci.
In tal senso, propone che in sede di Conferenza metropolitana o di Assemblea dei sindaci della Provincia sia definito un piano per individuare gli ambiti delle gestioni associate legati da prevalente contiguità territoriale e socio economica. Il piano, sul quale dovrebbe essere sentita la Regione , dovrebbe individuare le Unioni e le convenzioni su proposta dei Comuni interessati (fatte salve quelle già esistenti) . Anche l'Upi propone un percorso simile.
L' Associazione dei Comuni ha proposto di adeguare la dotazione dei fondi statali destinati all'incentivazione dell'associazionismo e di rivederne i relativi criteri di riparto, tenendo conto in modo proporzionale del numero e della tipologia di funzioni e servizi, del numero di Comuni e della dimensione demografica raggiunta dalla forma associativa.
L'Upi propone l'adozione di un programma triennale finalizzato all'incentivazione delle gestioni associate negli ambiti territoriali individuati in base a criteri di contiguità territoriale e socio-economica e di sostenibilità economica ed organizzativa, lasciando ai Comuni la possibilità di scegliere la soluzione migliore per l'esercizio associato delle funzioni a partire dalle esperienze esistenti.
L'Upi ipotizza la previsione di una funzione ad hoc, come funzione fondamentale da attribuirsi a Città metropolitane e Province, in materia di «pianificazione degli ambiti dell'associazionismo comunale e di programmazione degli incentivi».

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