Imprese

Piano triennale per l'informatica, si punta tutto sul «responsabile della transizione al digitale»

di Alessandro Vitiello

Accelerare la transizione al digitale delle amministrazioni rendendo protagonisti del cambiamento cittadini e imprese, rafforzare gli interventi a supporto degli enti locali per colmare il digital devide tra territori, strutturare le governance impostandole sul responsabile per la transizione al digitale, sfoltire il numero di data center pubblici e adottare il Cloud come principale tecnologia per consentire risparmi di costi e maggiore sicurezza, diffondere i servizi digitali come carta d'identità elettronica, Spid e pagoPA in maniera capillare, incrementare le competenze manageriali e digitali nelle Pa.
Sono i capisaldi sui quali è costruito il nuovo Piano triennale per l'informatica nella pubblica amministrazione 2019- 2021 appena approvato dal ministro della Funzione pubblica Giulia Bongiorno.

Le novità
La necessaria premessa è che il piano per l'informatica nella Pa 2019-21, pur contenendo alcune novità, dà continuità alle azioni previste da quello del triennio precedente ed è un «corpus» di norme e prassi giuridiche e tecniche in continua evoluzione, avendo come filosofia fondante la «condivisione» tra tutti i possibili stakeholders della trasformazione digitale del Paese: pubblica amministrazione, cittadini, imprese, mercato, mondo della ricerca.
Fattore propulsivo della rivoluzione più annunciata della storia sarà il responsabile per la trasizione al digitale, figura già prevista in ogni amministrazione pubblica dal Cad, sulla quale lo stesso ministro spinge sin dai primi giorni del suo insediamento alla Funzione pubblica. «Io sarò al fianco degli Rtd per supportare tutte le azioni e tutte le iniziative, anche formative, necessarie per sostenerne gli sforzi». Al 13 febbraio scorso, giorno in cui il ministro convocò la prima conferenza nazionale (si veda il Quotidiano degli enti locali e della Pa del 18 febbraio 2019), gli Rtd nominati erano 3.514, ma nelle intenzioni del dipartimento presto dovranno aumentare, così come le competenze manageriali e digitali perché per «una Pa snella, vivace, efficiente - disse il ministro in quell'occasione - un ricambio generazionale dovrà garantire ai nostri uffici pubblici giovani preparati e motivati. Per la nostra Pa dietro le scrivanie voglio i migliori».

Cloud e open innovation
La sfida già iniziata, e sulla quale siamo in ritardo (ma stiamo recuperando), ad ogni modo, è quella per l'innovazione dei servizi pubblici, per il quali le parole d'ordine sono «cloud» e «open innovation».
Risparmio, interoperabilità, maggiore sicurezza, protezione dei dati personali, accessibilità agli strumenti, senza dover affrontare costi e complicazioni infrastrutturali sono i vantaggi dell'utilizo della tecnologia Cloud per la pubblica amministrazione. La gestione unitaria e centralizzata delle applicazioni abbatte i costi per le infrastrutture, cosi liberando risorse.
Analogamente, nel piano triennale è prevista la riduzione drastica dei data center pubblici, per mettere fine a una situazione caotica in cui ogni Pa ha il suo.
Il Cloud, inoltre, aumenta esponenzialmente la sicurezza e l'accessibilità dei servizi da parte dei dipendenti pubblici, favorendo lo smart working ed eliminando le barriere geografiche.
E ancora, tecnologie emergenti, come la blockchain e l'intelligenza artificiale, per semplificare i trasporti di persone e merci o ridurre i costi della catena logistica.

La consultazione del piano triennale
Il piano triennale, infine, pubblicato on line sia dal dipartimento della Funzione pubblica, sia dall'Agenzia per l'Italia digitale, è integrato da linee guida e da una «Guida dinamica», che progettata per «reagire ai feedback degli utenti» dovrebbe semplificarne la comprensione proponendolo secondo le tre dimensioni: cittadini, imprese e Pa.
Nei prossimi giorni - scrive l'Agenzia - la guida sarà aggiornata con i collegamenti alle novanta azioni del piano, alle linee guida e alla normativa correlate.
La guida, insomma, è emblematica del «percorso collaborativo e inclusivo di crescita digitale del Paese».

Il piano

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