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Federprivacy: allarme cyber sicurezza in Comune, il 47% dei siti web è a rischio hacker

di Alessandro Vitiello

Se qualcuno crede che sia grave quanto rivelato dall'indagine di una testata giornalistica on line sull'inadeguatezza delle informative privacy di alcuni siti istituzionali importanti come quelli dei ministeri dell'Interno e dell'Ambiente o ancora della Corte costituzionale, sappia che la situazione è anche peggiore di quanto emerso.
Oltre al mancato aggiornamento delle informative privacy a un anno, ormai, dall'entrata in vigore del nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (General Data Protection Regulation - GDPR), infatti, emerge anche un problema sicurezza per il 47% dei portali istituzionali dei Comuni.

La metà dei Comuni è a rischio hacker
Allarmano i primi dati raccolti da un rapporto di Federprivacy, la principale associazione italiana di categoria, che mette in evidenzia un fenomeno grave ed esteso: il 47% dei siti web dei Comuni italiani utilizzerebbe protocolli non sicuri e il 36% non indicherebbe come contattare il responsabile della protezione dei dati (detto anche Dpo), che per legge dev'essere nominato in tutte le pubbliche amministrazioni.
Il rapporto completo, che sarà presentato la prossima settimana e pubblicato sul magazine «Privacy News» dedicato a cybercrime e violazioni dati, dice che sui 3mila siti dei Comuni monitorati, ben 1.435 sono non conformi e hanno altre varie carenze.
«Le connessioni non sicure basate sul vecchio protocollo «http» e l'assenza di informazioni sui Dpo preoccupano - ha commentato il presidente di Federprivacy Nicola Bernardi - perché così i siti (e i dati e le informazioni in essi contenuti) sono esposti agli attacchi degli hacker e inoltre la mancata pubblicazione dei dati di contatto del data protection officer impedisce di fatto ai cittadini di esercitare i diritti che sono loro riconosciuti dal Gdpr, a maggior ragione del fatto che vista l'assenza di tali recapiti ci siamo presi la briga di telefonare direttamente a cinquecento centralini dei Comuni interessati, ma di questi solo quattro hanno saputo indicarci come rintracciare il loro responsabile per la privacy».

Le anticipazioni della Federprivacy

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