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Da colonie estive a condhotel: esperimento di riqualificazione urbana in Emilia Romagna

di Daniela Casciola

Anche le colonie marine e montane possono essere trasformate in condhotel. Quella via di mezzo tra tra alberghi e condomini frutto della decisione di trasformare alcune camere d'albergo in appartamenti acquistabili da privati. E in Emilia - dove nei giorni scorsi è stata approvata la legge regionale - la possibilità di diventare condhotel, unico caso in Italia, è estesa anche alle colonie marittime e montane.Una misura antidegrado che tiene conto della specificità della regione, dove questi edifici sono molto diffusi, e che permetterà il pieno recupero di importanti edifici che sono oggi dismessi, non utilizzati e versano in stato di abbandono, evitando consumo di altro suolo, come prevede la legge urbanistica regionale.

Per quanto riguarda le colonie marine e montane, dunque, classificate dai Comuni sulla base della loro originaria destinazione, i Comuni possono prevedere, in sede di recepimento della norma, che anche queste strutture possano diventare a loro volta condhotel, destinando a unità abitativa residenziale una superficie massima pari al 40% di quella utile dell'immobile, mentre il resto degli spazi deve avere destinazione ricettiva alberghiera.

L'obiettivo dell'allargamento del provvedimento è anche quello di favorire un rafforzamento dell'offerta ricettiva del territorio e in questo stesso senso va il bando, aperrto sempre nei giorni scorsi, cin cui la Regione investe 3 milioni di euro di risorse Por Fesr 2014-2020 nella rivoluzione digitale dei piccoli esercizi commerciali. Il bando potrà sostenere progetti per l'innovazione gestionale e dei sistemi di vendita (anche online), per permettere alle piccole imprese commerciali di affrontare la trasformazione dei mercati e le nuove tendenze e richieste dei consumatori. Ad esempio, potranno essere finanziati interventi per la fattura elettronica, per organizzare le cosiddette "vetrine intelligenti" digitali, per promuovere il punto vendita attraverso i canali web o per acquistare dotazioni informatiche o attrezzature innovative. Saranno ammesse inoltre le spese per l'acquisto di licenze o "cloud computing" ma anche per arredi, opere murarie, edili o impiantistiche. I beneficiari saranno, in particolare, i piccoli esercizi di vicinato in sede fissa: cioè quelli con una superficie di vendita entro i 150 metri quadrati nei Comuni con meno di 10 mila abitanti e fino a 250 metri quadrati se il negozio si trova in un Comune con più di 10 mila abitanti.

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