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Fondi europei, carente l'informazione sulla spesa certificata

di Giancarlo Terenzi

L'Agenzia per la coesione territoriale ha pubblicato i dati al 30 aprile 2020 della spesa certificata all'Ue riguardante i programmi operativi regionali Fesr e Fse e nazionali. A marzo aveva pubblicato quelli aggiornati al 29 febbraio 2020.

I dati
Dai dati è possibile comparare, rispetto alla precedente rilevazione, l'avanzamento della certificazione totale (+143 milioni), delle domande di pagamento (+81 milioni) dovute all'incremento, soprattutto dei programmi Fse (Campania, Emilia-Romagna, Pa di Trento, Umbria e Iog), di 2 Fesr (Emilia-Romagna, Lombardia) e di un plurifondo (Molise Fesr-Fse). È superfluo segnalare l'incessante corsa in solitaria della regione Emilia-Romagna.

Difficile risalire all'avanzamento dei singoli programmi
Come già rilevato in altre occasioni, la mancanza di un raffronto con le risorse programmate, che poteva essere rappresentato anche solo in termini di percentuale, non permette di comparare immediatamente l'avanzamento della spesa certificata per singolo programma. Ha senso allora titolare «Fondi europei 2014-2020: a che punto siamo?», come fa l'Agenzia per la coesione territoriale? Resta un disallineamento, inoltre, con i dati presenti nel sistema Open data dei fondi Ue della direzione generale Sviluppo regionale e urbano nell'Ue della Commissione europea.

Gli altri sistemi
Al momento il sistema Mef-Igrue resta quello di più immediata lettura anche se sconta un ritardo di informazione di oltre 2 mesi, non riportando l'avanzamento per asse e trattandosi di monitoraggio indica la spesa rendicontata dai beneficiari e non quella certificata.
L'altro sistema è quello di Open coesione, gestito dal dipartimento della Coesione della Presidenza del consiglio dei ministri, che partendo dal sistema di monitoraggio Mef-Igrue restituisce solo informazioni più dettagliate dando percentuali e notizie sui progetti conclusi, liquidati, in corso, non avviati e non determinati ma sempre riferiti all'ultimo monitoraggio (31 dicembre 2019).

Alcuni suggerimenti
Se il compito del monitoraggio Mef-Igrue sembra essere svolto bene, ci si attende ora che dettagli a un gradino inferiore, per asse, le informazioni già presenti nel sistema e riduca al minimo i tempi di pubblicazione dei dati consolidati anticipando almeno le tabelle in formato elaborabile. Si comprende che si tratterebbe di precorrere i contenuti del bollettino, che resterebbe comunque un documento imprescindibile per valutare i dati del monitoraggio, facendo però fare un deciso balzo in avanti ad una informazione che è ora troppo ritardata per come gira oggi l'informazione e la comunicazione.
Diverso è il discorso sui dati della spesa certificata pubblicati dall'Agenzia che necessitano, come già accennato, di una sistematizzazione organica dove, oltre alla percentuale rispetto al programmato, sia indicata anche quella rispetto ai 2 fondi europei (Fesr e Fse), alle categorie di regioni e al totale dei programmi nazionali, per tutti fino al livello di asse. Resta irrisolto il mistero dell'abbandono senza giustificati motivi del grafico bimestrale, in uso fino alla programmazione 2007-2013, che riportava il progressivo avanzamento dei pagamenti rendicontabili, in concomitanza delle cadenze bimestrali del sistema di monitoraggio, e della spesa certificata rispetto alla dotazione finanziaria dei programmi cofinanziati dai fondi Ue con l'indicazione dei target comunitari di spesa da certificare.
Conflitto di competenze tra Agenzia e dipartimento o scelta ponderata per evitare di evidenziare ritardi rispetto agli obiettivi indicati da Bruxelles?

Il prossimo futuro
Il nuovo Qfp 2021-2027, che confermerà ancora una volta importanti risorse per l'Italia, e quelle che dovrebbero derivare dopo una travagliata gestazione dal Recovery fund, nell'ordine di 100 miliardi di euro, i cui programmi dovrebbero indirizzarsi sulle raccomandazioni specifiche per stato membro presenti nel recente pacchetto di primavera della Commissione europea, inducono anche a modificare il quadro dell'informazione sull'avanzamento dei fondi europei.

Perché cambiare?
Le ingenti risorse europee di cui si potrà disporre, oltre quelle del Fsc, richiederanno un'informazione diversa da quella presente fino a oggi dove arriva in ritardo, è deficitaria o addirittura assente come avviene spesso per i programmi operativi nazionali, contravvenendo anche agli attuali regolamenti.
Se per il Mef-Igrue vale quanto detto in precedenza così come per l'Agenzia, va certamente ripristinato, non potendolo fare ora per un ciclo di programmazione prossimo alla fine, la buona pratica del grafico bimestrale per avere in un solo colpo d'occhio l'andamento dei pagamenti, della spesa certificata e dei target comunitari. Naturalmente anche le autorità di gestione dovrebbero riportare, nelle pagine del sito web dedicate ai fondi europei, le informazioni del Mef-Igrue e dell'Agenzia con le estensioni suggerite, il grafico bimestrale, riguardanti ovviamente i loro programmi.
Lo chiedono i cittadini e il Paese tutto, questa volta non possono e non devono astenersi nascondendosi dietro la solita impalpabile burocrazia, trasparenza e puntuale informazione sono un obbligo da cui non possono farne a meno.

Fondi europei 2014-2020: a che punto siamo? I dati

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