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Via al fondo rotativo contro il dissesto idrogeologico, priorità ai progetti per le aree metropolitane in attesa

Il fondo progettazione per il contrasto al dissesto idrogeologico si mette in moto. Il ministero dell’Ambiente, in raccordo con la struttura di missione Italia Sicura, ha appena dato via libera al riparto dei 100 milioni previsti dal collegato ambientale per tappare una delle falle del nostro sistema: i tempi lunghi e la mancanza di risorse per la definizione degli elaborati, essenziali per andare in gara e poi in cantiere.
«Questo fondo – spiega il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti – ci consente di andare avanti ancora più speditamente e in ogni regione italiana con le opere più importanti per i cittadini e il territorio, a partire dal Sud che più di tutti sconta un ritardo».

Completamento del piano per le aree metropolitane
Il denaro sarà dedicato in via prioritaria a completare il piano per le aree metropolitane. Nelle tabelle del Dpcm 15 settembre 2015, infatti, comparivano due elenchi di opere da finanziare in una seconda fase, molte delle quali con livelli di progettazione inferiori all’esecutivo. Le risorse del plafond partiranno proprio da qui, mettendo in moto una settantina di progetti rimasti in attesa. Molti di questi hanno importi rilevanti e, stando alla banca dati di Italia Sicura, progetti ancora da rifinire. È il caso della completamento dell’emissario in galleria della Conca di Agnano, a Napoli, dal valore di 14,1 milioni, della cassa di laminazione delLavino, in provincia di Bologna, dal valore di 12,5 milioni, dello scolmatore dei torrenti San Siro e Magistrato a Santa Margherita Ligure (33 milioni), dei lavori di sistemazione del ponte sul fiume Sesia a Vercelli (16,7 milioni), dei quasi 100 milioni di opere programmate ad Olbia, del completamento del collettore pluviale b (48,8 milioni) a Catania.

Il meccanismo rotativo
Il fondo ha un meccanismo rotativo: quindi, una volta incassato il finanziamento per l’esecuzione, le Regioni dovranno restituire le somme spese per la progettazione. In questo modo si attiva un effetto moltiplicatore che, secondo il ministero, produrrà lo sblocco di oltre 500 progetti per più di due miliardi. A livello generale, il riparto riproduce la distribuzione dei Fondi sviluppo e coesione: quindi, l’80% delle risorse andrà al Sud. Oltre agli interventi del piano città metropolitane, le Regioni potranno selezionare opere del Piano nazionale 2015-2020.

La classifica regionale
Quasi sedici milioni andranno alla Sicilia, destinataria della maggior parte dei fondi. Seguono Puglia, Campania e Sardegna, ognuna delle quali avrà a disposizione oltre 12 milioni di euro. Sono 9,2 i milioni per la Calabria e 7,5 quelli che verranno destinati all’Abruzzo. Basilicata (6,3 milioni) e Molise con 3,4 milioni chiudono lo stanziamento per il Mezzogiorno. Al Nord la maggior parte dei fondi vanno in Lombardia (poco oltre 3 milioni), in Toscana, Piemonte ed Emilia Romagna (circa 2,5 milioni ciascuna). Seguono Veneto e Lazio con circa due milioni e Marche con un milione di euro.

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