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La sfida dei «rifiuti zero» parte dalla prevenzione

di Ivan Stomeo (*)

I tempi sono maturi affinché il Paese faccia un salto di qualità verso l'obiettivo «Rifiuti Zero». Ed è dai Comuni, dai territori, che può arrivare la spinta decisiva in questo senso. Ce lo dicono i dati sulla raccolta differenziata, in continuo aumento, ma ce lo dice soprattutto un elemento non quantificabile, ma ben definito nelle nostre comunità: i cittadini sono pronti, sono più consapevoli.
Su questo fronte i Comuni hanno fatto e continuano a fare molto. E l'Anci, che da oggi vuole dare vita a un nuovo corso sul tema dei rifiuti, sarà protagonista nell'accompagnamento verso questo obiettivo.

Dalla prevenzione al recupero
Rifiuti zero – dunque - in una logica di recupero, ma soprattutto di prevenzione. A partire dalla promozione delle migliori esperienze di economia circolare e dal coinvolgimento di tutti gli attori che ruotano intorno al ciclo dei rifiuti, ognuno con le proprie responsabilità. Sono queste le principali direttrici sulle quali si svilupperà il nostro operato, ispirato ai principi della sostenibilità nelle sue tre principali declinazioni: sostenibilità ambientale, sociale ed economica, che deve essere declinata nei territori attraverso un insieme coordinato di azioni che mettano al centro la tutela dei cittadini e dell'ambiente e più in generale dei cosiddetti beni comuni.

L’economia circolare
Vogliamo innanzitutto appoggiare e perseguire gli obiettivi del nuovo pacchetto sull'economia circolare, a partire dai sistemi di responsabilità estesa dei produttori di imballaggi. Nella legislazione vigente in materia di rifiuti manca ancora un quadro di riferimento adeguato in materia di responsabilità estesa del produttore, e mancano obiettivi vincolanti di prevenzione, riduzione e di riutilizzo, prima ancora che di riciclo. Per questo appoggiamo e perseguiremo gli obiettivi oggi in discussione nel contesto dell'iter del nuovo pacchetto Europeo sull'economia circolare: pensiamo alla progettazione di prodotti più sostenibili, e pensiamo a come stimolare la transizione verso nuovi modelli di business ispirati dagli esempi concreti di economia funzionale, consumo collaborativo, economia della condivisione, simbiosi industriale.
Pensiamo soprattutto ai sistemi di responsabilità estesa del produttore, e anche in questo caso ai tempi ormai maturi: nella piccola Lituania sono stati creati 1100 posti di lavoro grazie a sistemi di cauzione messi in piedi delle industrie delle bevande. La più grande multinazionale che opera nel settore, tra l'altro, ha già annunciato (in Scozia) di essere disposta a collaborare ad una eventuale introduzione del deposito su cauzione.
Sono questi gli esempi che come Anci vogliamo promuovere sui nostri territori, è da qui che può partire una nuova era nel campo del trattamento dei rifiuti e della sostenibilità. Ma non solo. Quello a cui dobbiamo puntare è anche un miglioramento delle potenzialità già esistenti: mi riferisco al sistema costituito dall'accordo quadro Anci-Conai, che siamo determinati a rendere sempre più trasparente, anche a partire da quella che dovrà essere una inevitabile rivisitazione dei corrispettivi versati ai Comuni per lo smaltimento degli imballaggi. Con il sistema attuale si riesce a coprire solo il 20% del costo sostenuti dai Comuni per lo smistamento e il trattamento dei diversi materiali. E' evidente che non è abbastanza.

(*) Sindaco di Melpignano e delegato Anci ai Rifiuti

L’audizione Anci alla commissione bicamerale rifiuti

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