Amministratori

Cabina di regia al Viminale per le misure di prevenzione

Marco Minniti rinnova la Polizia di Stato. Con tre interventi: un rafforzamento dell’Antiterrorismo e dell’Anticrimine, il riordino dell’Ufficio centrale ispettivo. Il decreto del ministro dell’Interno, di concerto con il titolare dell’Economia Pier Carlo Padoan, porta la firma dei due ministri in data 19 aprile e attende solo la registrazione della Corte dei Conti. Le innovazioni non sono burocratiche: modificano assetti e azioni del dipartimento di Pubblica sicurezza, guidato da Franco Gabrielli. Il provvedimento è il frutto di un progetto Minniti-Gabrielli iniziato a ottobre e ancora in fase di sviluppo.

Polizia di prevenzione
Con il decreto la direzione centrale della Polizia di prevenzione (ex Ucigos) passa da due a tre servizi: oggi è divisa tra Informazioni generali e Antiterrorismo, quest’ultimo con il decreto si sdoppia. Nasce così il servizio «per il contrasto dell’estremismo e del terrorismo interno» e quello, analogo, per il «terrorismo esterno». Ciascuno ha tre divisioni: l’antiterrorismo interno si divide tra eversione e terrorismo di sinistra, di destra e antagonismo; quello esterno si ripartisce tra «antiterrorismo internazionale», «prevenzione della radicalizzazione» e «cooperazione internazionale». Franco Gabrielli, del resto, proviene proprio da questi uffici e l’azione contro la minaccia eversiva diventa così rafforzata.

La Dac
Si irrobustice anche la Dac, direzione centrale anticrimine. Oggi ha tre servizi: lo Sco (servizio centrale operativo), la Scientifica e il Controllo del territorio. Con il decreto interministeriale si affianca il «Servizio centrale anticrimine»: una novità assoluta. Guidato - come gli altri - da un dirigente superiore, ha una prima divisione che fa «raccolta, studio e analisi delle informazioni e dei dati forniti dalle Questure sull’azione di prevenzione e contrasto della Polizia di Stato nei confronti della criminalità organizzata e comune». La seconda divisione ha invece «competenza in materia di attività concernenti le misure di prevenzione patrimoniali e personali»: armi strategiche per il contrasto al crimine. Quelle patrimoniali, le più temute dalle associazioni mafiose, fino a oggi ancora sottoutilizzate. Quelle personali, in fase di sviluppo, Minniti le sostiene - come le altre - convinto. Tanto che nell’ultimo decreto sulla sicurezza urbana, convertito in legge dal Parlamento, è stato introdotto il daspo di stazionamento e di accesso: per impedire la presenza degli spacciatori nelle discoteche e quella abituale di soggetti di presunta pericolosità in aree come le stazioni o altri luoghi pubblici. Le misure di prevenzione personale sono proposte dal questore; quelle patrimoniale sono di iniziativa degli stessi questori, del direttore della Dia (direzione investigativa antimafia) o del procuratore della Repubblica.

La nascita degli «Affari interni»
L’ultima novità è la più clamorosa: la nascita degli «Affari interni» presso l’Ufficio centrale ispettivo del dipartimento di Ps. Un’innovazione senza precedenti dalla nascita della Polizia di Stato moderna, non più militarizzata, con la legge n. 121/1981. È di fatto un nucleo di agenti, guidato da un primo dirigente, che svolgerà controlli e indagini sul personale della Polizia di Stato nei casi considerati critici. La dicitura del decreto è inequivoca: «Acquisizione e approfondimento info-investigativo». Riguarda «l’esecuzione degli ordini e l’attuazione delle direttive del ministro dell’Interno» e del «Capo della polizia» e il «corretto svolgimento delle altre attività» anche riguardo «l’efficienza dei servizi e la corretta gestione amministrativo-contabile e patrimoniale».

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