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Immobili inutilizzati, la circolare Minniti al nodo del diritto di proprietà

La circolare che il ministro Minniti ha diramato ai prefetti per fronteggiare l’emergenza abitativa, ha una sua condivisibile finalità nella parte in cui si preoccupa di evitare occupazioni abusive. E quindi prevenire un reato, nonché evitare i rischi, come già successo, che lo sgombero possa creare disordini e tensioni per la sicurezza cittadina. La circolare è altresì condivisibile, laddove si preoccupa di individuare immobili confiscati e sequestrati alle organizzazioni criminali e mafiose per un loro riutilizzo in favore di coloro, italiani e migranti, che sono privi di un tetto sotto cui vivere e avere così tutelata la loro dignità umana. Questo, infatti, è il valore costituzionale da proteggere e non il diritto alla casa, che non esiste nella nostra Costituzione. Dove, semmai, è prevista l’inviolabilità del domicilio (articolo 14) e la tutela della proprietà privata (articolo 42).

I beni dei privati
Ecco perché lascia perplessi quel riferimento, esplicitato nella circolare ministeriale, alla «ricognizione dei beni immobili privati e delle pubbliche amministrazioni inutilizzati» per consentire la predisposizione di «un piano per l’effettivo utilizzo e riuso a fini abitativi».
Lascia assai perplessi l’incursione statalista nel volere mappare gli immobili dei privati. È davvero compito dello Stato tenere sotto controllo quante sono le case dei privati, se sono abitate o piuttosto libere? Peraltro questa statistica è stata già elaborata dall’Istat, a fini di ricognizione sociologica, che ha individuato circa sette milioni di immobili privati non abitati, quindi pari al 22,5% delle case nel Paese, con una maggiore concentrazione in Liguria e Valle d’Aosta e nelle regioni del Sud, che hanno subito maggiori fenomeni di spopolamento. Che lo Stato voglia conoscere quante sono le case private disabitate per poi varare un piano per l’effettivo utilizzo a fini abitativi, lascia presagire la possibilità di un qualche tentativo di requisizione «per motivi di interesse generale», come la Costituzione consentirebbe sebbene attraverso una sua forzatura interpretativa.
Certo, sarebbe un vero attentato alla libertà e al diritto di proprietà se si concretizzasse un simile scenario. E siccome non basta un atto amministrativo, come la circolare ministeriale, ma piuttosto ci vuole una legge, questa difficilmente troverebbe una sua condivisione parlamentare e comunque sarebbe soggetta a scrutinio di costituzionalità. Con alte possibilità che venisse dichiarata illegittima nel bilanciamento tra gli eventuali «motivi di interesse generale», tutto da dimostrare, e il diritto di proprietà privata, che finirebbe col prevalere. Almeno fintanto che riteniamo di essere una democrazia liberale.
Quindi, tutela e garanzia della proprietà privata, senza se e senza ma. E quindi un invito a emendare la circolare, eliminando il riferimento agli immobili privati. Per insistere, con determinazione, nella individuazione degli immobili pubblici e quelli soggetti a sequestro per motivi di mafia. Che ci debbano essere, nel nostro territorio, immobili dello Stato, ovvero a disposizione dello Stato, non utilizzati e quindi liberi, e che ci debbano essere, nel nostro territorio, persone che non hanno un posto dove andare a dormire, è assurdo e irragionevole. Ed è lesivo della dignità umana.

L’edilizia popolare
Un tempo si costruivano le case popolari, che poi i Comuni affittavano a prezzi accessibili alle persone con basso reddito. Sebbene gli stessi Comuni, penso a Roma, affittavano a prezzi irrisori case di pregio a persone facoltose. Questo è un altro discorso. Un piano case è giusto e urgente. E bene ha fatto il ministro ad attivarsi in tal senso. Anche per scongiurare il fenomeno delle occupazioni abusive, che ci fa fare un salto indietro di quaranta anni: quando negli anni Settanta nacquero i movimenti per l’occupazione delle case, sostenuti con piglio “barricadero” da diverse organizzazioni di estrema sinistra. A seguito degli sgomberi effettuati dalla polizia, ci furono diversi incidenti, come nel quartiere San Lorenzo a Roma dove rimase vittima un giovane. Un clima che non vorremmo certo rivivere oggi, specialmente con i migranti pronti a difendere i palazzi che hanno occupato.
Lo Stato dia le sue case ai bisognosi, italiani e stranieri. Renda così effettiva la pari dignità sociale e rimuova gli ostacoli d’ordine economico e sociale che limitano la libertà e l’eguaglianza. Come dice e promette la Costituzione. E non invada il diritto di proprietà privata. Come riconosciuto e tutelato dalla Costituzione.

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